PERCHE' QUESTO BLOG

Dopo una conversazione su le recenti notizie che invadono la nostra tv, i nostri giornali, e tutto ciò che e informazione, dopo aver riflettuto su ciò che ci circonda abbiamo deciso di creare questo blog.
Vogliamo discutere la cruda realtà e orrore viene trasformato in un format per fare lotta di ascolti, dove qualcosa di futile prende il sopravvento su ciò che e davvero importante… dove le priorità sono diventate apparire e non essere.. dove tutto ciò che ci crolla intornoa noi non ci appartiene e lasciamo che vada a valle senza un percorso preciso… dove la maggior parte delle persone ha come obiettivo apparire in qualsiasi situazione.
Tutto ciò nasce per discutere e vedere anche altri punti di vista.. altre opinioni.. nel massimo del rispetto per i pensieri altrui e con la massima libertà di espressione.


by Noemi Cortese

domenica 12 dicembre 2010

DOVE C'E' BARILLA C'E' ............ AMIANTO

Dove c’è Barilla c’è…. amianto!

di Helene Benedetti

pubblicato dalla testata giornalistica Reportonline

E’ più facile e veloce bonificare uno stabilimento di 9,58 ettari pieno di amianto o tappare la bocca ad un giornalista scomodo corrompendo Aruba per fargli chiudere il sito?

Per la Barilla evidentemente la seconda ipotesi è stata più conveniente. Forse pensavano che tappando la bocca ad un giornalista non ci sarebbe mai stata una cassa di risonanza… e qui si sbagliavano di grosso perché adesso metteremo in moto la macchina del fango.

La nota holding Barilla, produttrice di deliziose merendine, pasta, fette biscottate, snack, pani morbidi, sfoglie e merende varie, ha uno stabilimento a San Nicola di Melfi, in Basilicata. Lo stabilimento è pieno di amianto, ha il tetto fatto di eternit nonostante la legge 257 del 27 marzo 1992 che obbliga alla bonifica.

Con tutti i soldi che ha la Barilla, invece di bonificare lo stabilimento, preferisce pagare costose pubblicità che presentano le merendine più “sane” e belle d’Italia.

Il problema dell’eternit è che a lungo andare, si sfibra dando origine a piccolissime scaglie invisibili all’occhio umano. I frammenti volatili, possono, una volta respirati, provocare tumori alle vie respiratorie anche a distanza di anni. In questo stabilimento lavorano oltre 500 persone per un totale di 65 mila tonnellate annue di prodotto alimentare smistato nel nostro Belpaese.

Buone le Nastrine vero? Quello è l’unico stabilimento che le produce, quindi se avete mangiato le Nastrine in vita vostra, sappiate che provenivano da uno stabilimento con tetto in eternit e con moltissime probabilità, il tetto vecchio del 1987, sta già facendo svolazzare le piccolissime scaglie di amianto.

Queste non sono mie inchieste, sono inchieste del giornalista Gianni Lannes, un giornalista con la schiena dritta che lavorava per La Stampa. Il suo lavoro è stato bloccato da mazzette e intimidazioni, quindi ha deciso di continuare aprendo un sito tutto suo, un sito libero dove pubblicare le sue inchieste: http://www.italiaterranostra.it/


Mi sono occupata spesso di divulgare i contenuti del sito di Lannes, perché provo una grande stima per il suo lavoro, perché ci conosciamo un pochettino e perché ci siamo sentiti spesso per motivi di “divulgazione”…

Negli ultimi tempi ho trovato il suo sito “spento”, pensavo che forse lo stavano spostando, o stavano facendo modifiche. Ho aspettato, forse troppo. Questa mattina mi sono decisa a prendere il telefono e a chiamarlo; una persona sotto scorta non può sparire per tutto questo tempo, e con amara sorpresa, ho saputo che il sito è stato rimosso illegalmente. Qui sotto le parole di Gianni Lannes:

“La Barilla dei noti fratelli delega il professor avvocato Vincenzo Mariconda con studio a Milano per il lavoro sporco. Invece di rimuovere l’amianto fuorilegge (legge 257/1992) che imbottisce lo stabilimento di merendine e biscotti a San Nicola di Melfi in Lucania, tentano illegalmente di far cancellare il sito del giornale online ITALIA TERRA NOSTRA. Invece di denunciare alla magistratura per l’eventuale reato di diffamazione a mezzo stampa, tutto da dimostrare o citarci in giudizio in sede civile per un risarcimento danni, chiedono ad Aruba di oscurarci. Questa è la democrazia di chi è socio degli Anda-Buhrle (dall’anno 1979), noti soggetti trafficanti a livello internazionale di armi e ordigni. Se si tiene ad una voce libera è il momento di agire nel solco della legalità per rivendicare concretamente il diritto alla libertà di espressione. Tra l’altro sul caso sono state presentate diverse interrogazioni ancora senza risposta dal governo Berlusconi. BOICOTTIAMO LA BARILLA. SOS: pubblicate sul web e diffondete le inchieste di ITN sull’amianto alla Barilla di San Nicola di Melfi.”

Intanto quest’articolo girerà il web in lungo e in largo, mi occuperò personalmente con tutte le mie forze di divulgarlo quanto più riuscirò tramite amici, blogger, resistenti, Agende Rosse, siti e testate giornalistiche. Non è una minaccia, è un avviso. Consiglio alla Barilla di bonificare al più presto perché Gianni Lannes non è solo, e nemmeno io sono sola. La rete fa rete, e sulla Barilla c’è ancora talmente tanto da dire che l’unico modo per tappare le bocche è quello di mettersi in regola!

Buona colazione a tutti.

giovedì 4 novembre 2010

DESTRA E SINISTRA, QUA LA MANO, COMPLIMENTI



El Pais: "Il decennio perso dell'Italia"

Dal 2000 al 2010 è crescita zero, peggio di noi solo Haiti

di Italia Futura , pubblicato il 29 ottobre 2010
immagine documento Il dato che viene fuori dal dossier di El Pais è chiaro: l'Italia è il fanalino di coda delle economie mondiali negli ultimi dieci anni. Su 180 paesi siamo al 179 posto, prima di Haiti, l'unica nazione in classifica ad essere "decresciuta" nel XXI° secolo.

Un decennio difficile per tutti le economie già sviluppate, ma il titolo dell'analisi del quotidiano spagnolo è eloquente: "Il decennio perso di Italia e Portogallo". Da notare che proprio il Portogallo fa comunque molto meglio di noi, con un dato di crescita decennale di 6,47% contro il nostro 2,43%.

Quella italiana è ancora la settima economia mondiale in termini di PIL, ma per quanto tempo ancora se non cresce? "Crescita zero, disoccupazione, conti pubblici in pessimo stato, e conseguente perdita di competitività", questo il ciclo descritto dal quotidiano, che fotografa la nostra situazione. "Gli economisti - prosegue El Pais - avvertono: se non si adotteranno le giuste misure per uscire dalla crisi, questo quadro economico bloccato potrebbe diventare la norma".

Dove eravate? Fini e Bersani, De Benedetti e Tronchetti, D'Alema e Prodi, Berlusconi e Geronzi, Tremorti e Visco, Bossi e Casini, Marcegaglia e Benetton mentre l'Italia veniva depredata giorno dopo giorno della sua ricchezza e del suo futuro? E di quanto è cresciuto negli ultimi dieci anni il vostro patrimonio personale? Voi che ci spiegate l'economia sui giornali e televisioni? Mentre voi e i vostri compari avete vissuto dieci anni alla grande, alle spalle del Paese, l'Italia è sprofondata. La crescita ha subito un infarto. Dal 2000, da una ricerca del quotidiano El Pais, su 180 nazioni solo Haiti ha fatto peggio dell'Italia. Tutto il mondo si è sviluppato più di noi tranne Haiti, uno dei Paesi più poveri, devastato da un terremoto apocalittico.
Dal 2000 al 2010 si sono alternati nei governi di sinistra o di destra, alla guida della Confindustria e del sistema bancario, tutti i responsabili del nostro declino che è ormai irreversibile per almeno una generazione. Siamo i peggiori del pianeta, non solo del Burkina Faso, 44°, o del Montenegro, 115°. Tutti hanno fatto meglio, senza distinzione, tranne un'isola caraibica. E' arrivato il momento di decretare il fallimento di una classe dirigente, la peggiore degli ultimi 150 anni, senza fare alcuna distinzione, senza fare prigionieri. La collusione, più ancora della corruzione, è stato il male oscuro che ha infettato il corpo del Paese. I migliori si sono adeguati con ricche buonuscite o ruoli onorifici di prestigio, i peggiori hanno divorato l'economia di comune accordo, dalla svendita di Telecom, al disastro Alitalia, alle esequie di Italtel e Olivetti.
Un debito pubblico sempre più forte bussa alle nostre porte con centinaia di miliardi di euro da collocare all'inizio del 2011 pena il default. Non si tratta di essere allarmisti, ma realisti, di guardare la realtà in faccia. Il debito arriverà a 1900 miliardi entro pochi mesi. Il debito però non può crescere per sempre. Ci sarà, è inevitabile, un punto di non ritorno. Il debito cresce mentre l'economia è ferma da un'eternità. Le malate d'Europa, i cosiddetti PIGS, si sono sviluppate in questi dieci anni più di noi. L'Irlanda è al 131° posto, la Grecia al 132° e il Portogallo, 178°, un solo posto prima di noi e da tempo di fronte al baratro.

Portogallo e Irlanda stanno seguendo la stessa traiettoria della Grecia, per collocare i loro titoli devono pagare interessi sempre maggiori per giustificare il rischio di investimento. L'Italia però è ottimista, pur con la peggior crescita del mondo e il debito pubblico più grande d'Europa, nega, nega sempre. E sarà così fino alla fine. Mistero di Tremorti. Alla catastrofe con ottimismo.

mercoledì 3 novembre 2010

PERCHE' NON SI SENTONO QUESTE INFORMAZIONI IN ITALIA

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Per Mahmoud Ahmadinejad, gli statunitensi e gli iraniani dovrebbero unirsi contro il sistema di dominio globale incarnato da Washington, Londra e Tel Aviv.

I presidenti di Iran e Stati Uniti sono impegnati in un insolito duello verbale che è stato raccontato in modo frammentato e distorto dai media occidentali. Mahmoud Ahmadinejad ha parlato il pomeriggio del 23 Settembre 2010 alla tribuna dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite [1]. Barack Obama gli ha risposto la mattina successiva, al microfono della BBC TV in lingua persiana [2]. Questi due interventi costituiscono un insieme che illustra il cambiamento di strategia di entrambi i lati. Non si tratta più di atteggiarsi a paladini dei due campi opposti, di due visioni del mondo, di confrontarsi, ma di appellare le rispettive popolazioni alla rivoluzione.

Un anno fa, Washington sperava di rovesciare il governo di Ahmadinejad manipolando le folle in una ennesima edizione delle pretese rivoluzioni colorate [3]. L’operazione, condotta durante le elezioni presidenziali del 2009, fallì. Tuttavia, ha contribuito a creare nell’immaginario occidentale, la rappresentazione fantasmagorica che in Iran ci sarebbe una dittatura. Nel Paese, ha avuto l’effetto opposto a quello voluto. Gli elettori dell’opposizione si sono rivelati nettamente sorpresi e indignati per la malafede del loro candidato e della sua volontà di prendere il potere dalla strada, non avendolo ottenuto attraverso le urne. Quanto al vincitore delle elezioni, ha perso il suo gusto per il compromesso e ha deciso di rilanciare la rivoluzione islamica nella sua radicalità. Il divario tra le classi popolari e l’alta borghesia mercantile si è allargato. La CIA e la NED pianificano nuove azioni, ma non si tratta più, nell’immediato, di abbattere il regime, ma solo di destabilizzarlo, per indebolirlo a livello internazionale.

Da parte sua, Teheran non ha mai pianificato di aggredire gli Stati Uniti. Per anni, sono stati considerati come un blocco, una potenza coloniale alleata e successiva all’impero britannico, un grande Satana che protegge i crimini israeliani. Oggi, l’amministrazione Ahmadinejad ha stretto legami con intellettuali e artisti dissidenti. A suo parere, gli statunitensi sono persone di buona volontà che stanno lentamente prendendo coscienza di essere governati da tiranni. Alla fine, sono prevedibili delle rivolte che assumano una forma rivoluzionaria o secessionista. La rivoluzione islamica deve allearsi con i dissidenti di oggi, per combattere con loro il sistema dominante.

È qui che il discorso di Mahmoud Ahmadinejad interviene. In primo luogo, viene contestata la teoria dello scontro di civiltà, avanzata da Bernard Lewis e popolarizzata da Samuel Huntington [4]. Per questi pensatori, lo scontro è inevitabile. Gli occidentali non hanno altra scelta che prepararsi militarmente ad uccidere, piuttosto che essere uccisi. Per il presidente iraniano, questo è assurdo. Nel momento della globalizzazione, lo sviluppo degli scambi commerciali e culturali permette ai popoli di scoprirsi e apprezzarsi a vicenda. Quanto a ebrei, cristiani e musulmani, la loro comune fede in Dio deve indurre a stabilire relazioni armoniose.

Tuttavia, per Ahmadinejad, se lo scontro di civiltà è l’ideologia artificialmente promossa dal movimento sionista per dividere e dominare il mondo, vi è un conflitto che attraversa l’umanità: quella tra i valori materiali del capitalismo e della società dei consumi con i valori spirituali della Rivoluzione come la giustizia e l’eroismo. Detto questo, il nemico non è l’Occidente, ma il materialismo di cui gli occidentali sono portatori e che contamina il resto del mondo.

L’attuale sistema di dominio è una continuazione della schiavitù, del colonialismo e dell’imperialismo. É attuato da un gruppo transnazionale basato principalmente nel Regno Unito, Stati Uniti e Israele, per raggiungere i suoi fini. Data la superiorità militare di questi stati, rispetto a tutti gli altri stati del mondo messi insieme, sarebbe illusorio sperare di sconfiggerli con le armi. Ma sapendo che utilizzano gli inglesi, gli statunitensi e gli israeliani, spesso a loro danno, è possibile allearsi con loro contro questo sistema di dominio. Proprio come Marx prevedeva di unire i proletari di tutti i paesi contro lo sfruttamento capitalista, Ahmadinejad crede che possa unire gli oppressi contro il sionismo. In questa prospettiva, dovrebbero essere intrapresi degli sforzi per mostrare agli statunitensi che anche loro sono vittime di un sistema che credono erroneamente benefico.

Rivolgendosi all’Assemblea Generale, il Presidente Ahmadinejad ha chiesto l’istituzione di una commissione internazionale d’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre.
Per gli Stati membri dell’ONU, ha sviluppato l’argomento della competenza. La risposta che è stata data unilateralmente dagli Stati Uniti a questi attacchi, ha messo la regione del Medio Oriente a ferro e fuoco senza risolvere il problema del terrorismo. Per essere efficace, avrebbe dovuto, nove anni fa, creare questa commissione d’inchiesta, analizzarne i risultati in seno all’ONU e definire la strategia internazionale contro il terrorismo. Non è mai troppo tardi per fre del bene, le Nazioni Unite devono riprendere le loro prerogative per sconfiggere il terrorismo e raggiungere la pace.

Per il pubblico statunitense, Ahmadinejad, sulla base di una recente indagine, ha sollevato le tre ipotesi più frequentemente citate. Primo, gli attacchi sono opera di un potente gruppo straniero; secondo, essi sono stati diretti da un gruppo straniero, ma hanno beneficiato della complicità passiva di elementi interni; terzo, essi sono nati da elementi interni.
Contrariamente al discorso dominante, egli non ha menzionato il fatto che Osama Bin Ladin si è presentato come musulmano, ma il fatto che lui e la sua famiglia hanno avuto affari in comune con Bush. Delle informazioni che ho divulgato nell’ottobre 2001, sul principale settimanale politico ispanofono del Nord America, Proceso ed era stato più volte ripreso da parte della deputata al Congresso USA, Cynthia McKiney.
Questa presentazione si propone di ridefinire il dibattito: il problema non è lo scontro tra Islam e Occidente, ma il dominio del mondo da parte di una cabala comprendente Bush e Osama Bin Ladin.

Durante la presentazione, l’Ambasciatore degli Stati Uniti si è alzato ed ha lasciato l’Assemblea Generale. Su sua richiesta, o su suo ordine, gli ambasciatori di diversi paesi alleati hanno fatto lo stesso.

La macchina di propaganda al solito ha cercato di distorcere e ridurre al minimo le osservazioni di Mahmoud Ahmadinejad. I media occidentali hanno cercato di far credere che il presidente iraniano aveva insultato le vittime dell’11 settembre, a New York stesso, sostenendo che gli statunitensi non sono le vittime ma i colpevoli. Basta fare riferimento al testo del discorso per controllare la manipolazione. Tuttavia, in questo documento, Ahmadinejad ha espresso il suo cordoglio per le vittime. E li pone allo stesso livello di centinaia di migliaia di morti, feriti e sfollati dalla guerra al terrorismo. Si applica a considerare che le sofferenze degli uni sono pari alla sofferenza degli altri. Ciò equivale a dire che, ancora una volta, lo scontro di civiltà è una illusione e che siamo tutti vittime dello stesso sistema.

Il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, che è stato convocato in emergenza, ha deciso che Barack Obama si sarebbe rivolto al più presto agli iraniani, chiamandoli all’insurrezione per dissuadere Teheran dal perseguire la sua offensiva.

Una intervista è stata realizzata attraverso il canale televisivo in Persiano della BBC, che ha un pubblico più vasto, in Iran, che non le reti in persiano degli Stati Uniti. Tecnicamente, questo compito spetta al consigliere aggiunto della National Security responsabile per le comunicazioni strategiche, Ben Rhodes. Si scopre che Rhodes è la persona che ha redatto il rapporto della Commissione presidenziale Kean-Hamilton sull’11 settembre. Come tale, è lui che ha inciso nella pietra la teoria del complotto islamista, con i suoi 19 attentatori suicidi e il suo bin Ladin sardonico, nascosto in una grotta in Afghanistan.
Il presidente Obama viene intervistato da Kalbasi Bahman, un giornalista iraniano che ha dichiarato di aver abbandonato il suo paese nel 2001 per sfuggire alla dittatura, ma che è stato comunque in grado di ritornarvi liberamente per girare documentari.

All’inizio Kabalsi ha chiesto a Obama di commentare le proposte del suo omologo iraniano sull’11 settembre. Rispose: "E’ stato scioccante. E’ stato odioso. E che ha fatto queste dichiarazioni qui a Manhattan, a nord di Ground Zero, dove le famiglie hanno perduto i loro cari... persone di tutte le religioni, di tutte le origini, vedono questi attacchi come la tragedia essenziale di questa generazione. Per lui, che ha fatto tali dichiarazioni è stato imperdonabile."

Gli iraniani avranno ben da rileggere il discorso di Ahmadinejad, non troveranno nulla di offensivo o di odioso. Nessuna provocazione, solo domande legittime. Indipendentemente da ciò, Obama ha proseguito creando una distinzione tra la reazione emotiva degli iraniani all’indomani dell’11 settembre, causato come in tutto il mondo dalla compassione per le vittime, da quello del "regime".

Nel resto dell’intervista, spiega che la politica dell’amministrazione di Ahmadinejad è in un vicolo cieco. Secondo lui, non può portare dei frutti, e che suscita quelle sanzioni che gli iraniani stanno subendo, e di cui ne subiranno le dure conseguenze nella loro vita quotidiana. Sviluppa questa logica in diversi settori e conclude sulla questione palestinese. Ha assicurato, di nuovo, che il radicalismo non sta andando da nessuna parte, e che la pace passa attraverso un compromesso con Israele.

Questa intervista è un avvertimento velato verso Teheran: non vi azzardate a suscitare moti tra la popolazione degli Stati Uniti o lo faremo anche da voi. Basandosi sull’idea che gli iraniani rinnegano una politica per la quale pagano un prezzo pesante, senza ottenere ancora nulla in cambio. Annuncia una nuova operazione di destabilizzazione, in occasione delle riforme economiche. Per evitare il soffocamento, l’Iran sottoposto ad un embargo delle Nazioni Unite e agli embarghi unilaterali, deve abbandonare le sovvenzioni dei prezzi e aprire il suo mercato interno. Questo adattamento brutale non mancherà di creare degli scontenti. Washington intende unirli contro il governo, intorno a Mir Hossein Mousavi.

Tuttavia, questo progetto deve superare diversi ostacoli. In primo luogo, gli scontenti della riforma economica possono dubitare della capacità di Mousavi a rappresentarli. Egli aveva, infatti, difeso il principio di un’economia liberale, in stile Stati Uniti, durante la sua campagna. Pare, quindi, inadatto a opporsi in modo credibile alla liberalizzare del mercato interno. In secondo luogo, l’argomento del prezzo troppo pesante della politica radicale è improbabile che attecchisca in Iran, uno stato rivoluzionario, dove da 32 anni si coltiva l’eroismo. Può anche sembrare offensivo per molti.

Infine, la scelta di dare questa intervista alla BBC in Persiano è imbarazzante. Invitato da Talebzadeh in Segreti, la principale trasmissione politica del paese, in occasione della commemorazione dell’11 settembre, ho sottolineato la necessità di una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite e avevo discusso della partecipazione della BBC nel complotto dell’11 settembre. Ricordando che quel giorno la Torre 7 del World Trade Center, chiamata la Torre dei Salomon Brothers, crollò nel pomeriggio, senza essere stata colpito da un aereo. Per evitare che questo evento portasse le persone a porsi maggiori domande sul crollo delle Twin Towers, i cospiratori avevano imposto una spiegazione immediata. Nel crollo, le Twin Towers avrebbero scosso la terra e indebolito le fondamenta della 7. Per assicurare che questa versione venisse ripresa, i complottatori la diffusero attraverso la BBC, prima dello stesso crollo della Torre 7.

In questo video vediamo il reporter della BBC commentare il crollo, mentre vediamo alle sue spalle un edificio intatto, che non crollerà che 12 minuti dopo. L’emittente pubblica britannica ha condotto una disinformazione mirata. Si noti incidentalmente, che questo implica una responsabilità del Regno Unito, in quanto stato, nella creazione del mito.

In sintesi, il presidente della Repubblica islamica dell’Iran ha detto al mondo in generale, e agli statunitensi in particolare, che i morti dell’11 settembre non sono vittime dell’Islam. Voleva una commissione d’inchiesta internazionale, i cui risultati siano suscettibili di dimostrare che i morti degli Usa, come anche i morti in Medio Oriente, sono vittime del sistema di dominio mondiale. Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti ha affrontato gli iraniani su una rete i cui leader hanno partecipato alla disinformazione sull’11 settembre, suggerendo che non si facciano domande su questi attacchi, altrimenti avrebbero sopportato nuove sanzioni.

In definitiva, la vivacità della reazione di Washington rivela la sua debolezza. Se si è scelto di far salire sul pulpito urgentemente Obama, era perché c’era un pericolo. Il 74% degli statunitensi crede che elementi dell’amministrazione abbiano perpetrato, o lasciato fare, l’11 settembre. Eppure non si ribellano contro le autorità che sono responsabili della morte di quasi 3.000 loro concittadini. È che, fino ad oggi, credono che dei fanatici della sicurezza nazionale possono compiere dei crimini contro il popolo, quando lo immaginano utile alla grandezza del paese. Tuttavia, ciò che suggerisce il presidente Mahmoud Ahmadinejad è il contrario, che i cospiratori agivano nell’interesse di un gruppo transnazionale, a scapito degli interessi degli statunitensi, che sono considerati solo come carne da cannone, destinati a morire sui campi di battaglia della regione del Medio Oriente. Questa idea minaccia il sistema di dominaio del mondo, poiché potrebbe risvegliare la coscienza del popolo statunitense, e spingerlo alla rivolta.

martedì 2 novembre 2010

IL DAL MOLIN PRIMA E DOPO (un illecito tutto da scoprire)

ITALIA POTENZA NUCLEARE

Secondo il sito www.voltairenet.org l'Italia si appresta a diventare una nuova superpotenza nucleare. Tutte le armi nucleari non strategiche degli Stati Uniti presenti in Europa dovrebbero essere trasferite a breve ad Aviano. In Italia sono già presenti un centinaio tra basi e presidi militari della NATO o degli USA. Disponiamo di una sessantina di ordigni nucleari americani nelle basi di Ghedi Torre e di Aviano. E'in costruzione la più grande base americana d'Europa a Dal Molin-Vicenza. Chi ci ferma più?
"Le armi nucleari statunitensi presto raccolte in Italia. Il vertice NATO si terrà il 19 novembre a Lisbona per la riorganizzazione delle sue forze nucleari. Tutte le armi nucleari non strategiche USA stoccate in Europa saranno trasferite in Italia. L'Italia diventerà di fatto ed in violazione dei trattati internazionali una grande potenza nucleare. In occasione della riunione dei ministri degli esteri della NATO in aprile 2010 il rapporto sulla questione delle armi nucleari statunitensi in Europa è stato sollevato da Germania, Belgio e Paesi Bassi Paesi Bassi, mentre l'Italia e la Turchia sono rimasti in silenzio. Ciò suggerisce che il governo italiano ha già approvato il progetto di spostare le armi nucleari degli Stati Uniti dalla Germania, il Belgio ed i Paesi Bassi e raccoglierle ad Aviano. Un caro saluto a tutti." Alina F., Varese

venerdì 29 ottobre 2010

IL POPOLO DEI BUNGA BUNGA


Ragazze minorenni sui viali delle città. Rumene, lituane, africane, italiane. A migliaia. Un popolo di stupratori seriali motorizzati le aspetta. Nessuno di loro chiede la carta di identità alle piccole donne. Solo il prezzo per le diverse modalità d'uso. Bambini di dieci/dodici anni in vendita in luoghi pubblici, davanti ai cimiteri, alle stazioni, in piazze di periferia. E ragazzine cinesi nei centri massaggi. Il depliant nel tergicristallo delle macchine parcheggiate con indirizzo, orari, immagini sorridenti con occhi a mandorla.
Il popolo dei bunga bunga non si commuove per la prostituzione di massa degli adolescenti nelle nostre città. C'è chi li usa, chi li ignora e chi si indigna per il pubblico decoro. La mamma con il passeggino tira dritto di fronte alla quindicenne truccata da troia mentre il marito prende nota del marciapiede su cui batte.
Berlusconi è un puttaniere? E' noto. Ha abusato dei suoi poteri? Lo fa da sempre. Ha fatto bunga bunga con Ruby? E' possibile. Centinaia di migliaia di italiani fanno sesso con minorenni? E' certo.Ottantamila abusano di bambini (BAMBINI!) nei viaggi di turismo sessuale (siamo tra i primi al mondo)? E' provato. E allora? Di che parliamo oggi? Ovviamente di Berlusconi, solo di Berlusconi, sempre di Berlusconi.
In un qualunque altro Stato occidentale sarebbe stato condannato per Mills, non avrebbe il monopolio televisivo, sarebbe stato fatto a pezzi dalla pubblica opinione per la sua frequentazione con dei mafiosi come Mangano o condannati in secondo grado come Dell'Utri. In nessuno Stato, neppure in Libia o in Russia, sarebbe potuto diventare presidente del Consiglio. Solo l'Italia poteva permettersi uno come lo psiconano. E' lo specchio di una parte del Paese che vorrebbe trombarsi le minorenni (e se le tromba), vorrebbe evadere il fisco (e lo evade), vorrebbe violare le leggi (e le viola).
I giornali ancora oggi, come ieri e anche domani, dedicano il titolo a Berlusconi e al sesso. Sono due anni che si fanno le seghe dai tempi di Papi, a villa Certosa, alla D'Addario e ora a Ruby. Morto un Berlusconi se ne farà un altro. Il popolo dei bunga bunga, invece, non muore mai.

mercoledì 27 ottobre 2010

POLITICA ESTERA DGLI U.S.A. SFASCIARE I GOVERNI NON ALLINEATI

DATI DI AGOSTO 2008 , MA PER NOI SONO NUOVI VISTO CHE NON SIAMO MAI VENUTI A CONOSCENZA DI TALI DICHIARAZIONI

 Esposto al senato del Pakistan il piano americano mirante a sfasciare il paese

Sabato 30 Agosto 2008
Pakistan Daily

Il senatore Nisar A. Memon della “Lega Q” pachistana ha asserito ieri Venerdi in senato che gli americani stanno coltivando il piano di sfasciare il Pakistan.
Il senatore ha sollecitato il governo a prendere conoscenza di un rapporto di ricerca del Professore Michel Chossudovsky del gruppo canadese Global Research – Canada nel quale si afferma che i recenti cambiamenti avvenuti nel regime [pachistano] verranno seguiti da un “gia’ previsto” vicolo cieco politico. Il rapporto dice che questo vicolo cieco politico fa parte di un programma attualmente in evoluzione nella politica estera americana che si prefigge di generare smembramento e scompiglio nella struttura dello stato.  
“Il governo indiretto dei militari e dei servizi di informazione pachistani “ – dice il rapporto – “verra’ sostituito da forme piu’ dirette di interferenza degli Stati Uniti, ivi compresa un’estesa presenza militare americana nel Pakistan”.  
Un precedente rapporto della americana Central Intelligence Agency (CIA) aveva predetto per il Pakistan, entro dieci anni, “un destino tipo Iugoslavia, con guerra civile, spargimenti di sangue, e rivalita’ fra le varie province, come si e’ visto nel Belucistan”
  
“Neonate riforme democratiche” – prosegue il rapporto – “ben pochi mutamenti potranno produrre di fronte all’opposizione di una elite politica agguerrita e dei partiti islamici. In un clima di continua agitazione nel paese, il controllo del governo si ridurra’ probabilmente al solo territorio del Punjab”.   
Il senatore Memon ha fatto notare che il rapporto precisa che il caos e l’anarchia verranno generati attraverso lo scardinamento economico, in seguito al quale il Fondo Monetario Internazionale afferrera’ poi il Pakistan nelle sue grinfie.
Il rapporto afferma che i servizi segreti britannici stanno appoggiando copertamente i terroristi separatisti belucistani, e che i torbidi attualmente in corso nel Belucistan fanno parte di una strategia mirante infine a separare questa provincia dal Pakistan come “Piu’ Grande Belucistan”.
Il senatore ha sollecitato il governo a prendere contromisure per opporsi a queste cospirazioni, e ha chiesto che il ministro della difesa o quello degli esteri facessero sapere come il regime intende dar fronte a tali minacce, affermando che la distruzione di istituzioni solide come la Inter-Services Intelligence verrebbe certo seguita da altri eventi simili.  
Il Presidente del Senato Mian Raza Rabbani ha detto che un ministro avrebbe discusso il rapporto e avrebbe esposto un piano nazionale per proteggere l’integrita’ del paese.
Il Vicepresidente Jan Mohammad Jamali ha detto a sua volta che il Primo Ministro Yousuf Raza Gilani avrebbe risposto alle interrogazioni in parlamento.
Il Ministro della Giustizia aveva gia’ presentato in parlamento due disegni di legge: in uno veniva abolito l’incatenamento dei condannati e il loro trasferimento alla cella di esecuzione in attesa della conferma delle sentenze da parte della Corte Suprema, e l’altro riguardava la registrazione dei beni immobili

SEMENTI OBBLIGATI AGLI IRACHENI

Le « sementi della democrazia »
In Irak la pratica millenaria di conservare il grano
per seminarlo un anno dopo l’altro è diventata illegale…
 
L’agricoltura è nata in Mesopotamia diecimila anni fa. La vasta e fertile pianura alluvionale situata fra il Tigri e l’Eufrate aveva permesso di coltivare tutte le varietà di grano oggi conosciute. Ma dal 2003 l’Irak è stato spogliato non solo della sua sovranità politica, del suo patrimonio archeologico e delle sue risorse petrolifere, ma anche della sua sovranità alimentare.
Infatti, fra le cento scellerate ordinanze emesse in Irak sotto l’amministratore provvisorio americano Bre-mer, e che hanno forza di legge, l’ordinanza 81 del 26 Aprile 2004 ha gettato il paese in pasto ai giganti agroalimentari che controllano il commercio mondiale dei grani, come la Monsanto (quella che fabbricava l’Agent Orange, l’erbicida alla diossina che gli americani usavano nella guerra del Vietnam per distruggere le foreste che offrivano riparo ai combattenti della resistenza).
Redatta in maniera estremamente perversa, tale ordinanza ha istituito di fatto l’obbligo per i coltivatori iracheni di cereali di acquistare ogni anno dalle multinazionali, oltre ad una licenza, le loro sementi trans-geniche ed i loro erbicidi estremamente tossici ad esse associati, il tutto in completa violazione delle leggi irachene che proibivano la privatizzazione delle risorse biologiche. Adesso queste società detengono un diritto di “proprietà intellettuale” che concede loro per vent’anni un monopolio sulle piante del patrimonio agricolo iracheno, delle quali si sono impadronite con la forza per modificarle geneticamente e poi brevet-tarle a nome loro.
La pratica millenaria di conservare il grano per seminarlo un anno dopo l’altro è quindi divenuta in Irak illegale, e gli agricoltori « colpevoli » di trasgredire il “diktat” dell’occupante non solo incorrono in forti ammende, ma sono anche passibili di arresto e di distruzione dei loro raccolti, dei loro mezzi di lavoro, e delle loro installazioni!
I coloni – diventati servi degli americani – sono ormai condannati a produrre delle piante artificiali (desti-nate per metà all’esportazione) ad unico beneficio della Monsanto e compagni, mentre la popolazione ira-chena muore di fame.
Gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) rappresentano un gravissimo pericolo in campo ambienta-le, sanitario, economico ed etico. La polluzione e la perdita della biodiversità che essi comportano sono irreversibili e causano inoltre, nel tempo, la rovina ineluttabile dei coloni.
Il « terrorismo alimentare » è anzitutto una delle armi principali degli istigatori del “Nuovo Ordine Mon-diale” che mira ad asservire, una dopo l’altra, le popolazioni del mondo intero. L’Irak è diventato il nuovo laboratorio di questo strumento di dominazione diabolica, e gli iracheni sono diventati le sue cavie.
                                                                                                                            
  Joëlle Pénochet

NOSTRO DIRITTO DOVERE



A CHE SERVE AVERE TUTTE QUESTE INFORMAZIONI SE NESSUNO LE LEGGE, INCOMINCIAMO A RENDERCI CONTO C'E' UN ASSOLUTO BISOGNO DI DIVULGARE QUESTE NOTIZIE E CHE ALMENO LE DOBBIAMO LEGGERE PER SENSIBILIZZARCI SUI  PROBLEMI CHE REALMENTE ESISTONO, E' UN NOSTRO DIRITTO DOVERE
Altre 400.000 pagine rese pubbliche da Wikileaks, questa volta riguardanti l’Iraq, fanno apparire il famoso “leak” sull’Afghanistan, avvenuto lo scorso luglio, una specie di pettegolezzo da portineria.

Oltre 60.000 civili uccisi a sangue freddo dagli americani in Iraq, in incidenti di vario tipo, che sono stati tutti documentati in modo dettagliato, e inoltre torture di cittadini iracheni in almeno 300 casi, verificatisi ben dopo lo scandalo di Abu Grahib, delle quali sono anche parzialmente responsabili le stesse forze dell’ordine irachene.

Secondo Body Count, una organizzazione partner di Wikileaks, il numero dei civili uccisi intenzionalmente sale ad oltre 100.000, se si incrociano i dati recentemente acquisiti con quelli che già erano in loro possesso. Si aggiungono inoltre imbarazzanti conferme che gli alti gradi del Pentagono fossero al corrente di tutti questi massacri, ma non abbiano fatto nulla per fermarli.

Sia chiaro, nonostante la lista quasi interminabile di episodi orripilanti, non c’è nulla che possa sorprendere chi queste cose già le segue da vicino: “Il Nuovo Secolo Americano” documentava le uccisioni gratuite dei civili, e la connivenza degli alti comandi americani, oltre due anni fa, e non fummo certo i primi nè gli unici a farlo. La differenza sta nel fatto che ora tutto ciò compare su documenti ufficiali del Pentagono, ed è quindi impossibile negare ciò che loro stessi hanno messo nero su bianco. Ci sono inoltre nuovi video di uccisioni dal cielo, effettuate dagli americani nel classico “stile video-game”, decisamente imbarazzanti per chiunque da guardare.

Ma a cosa serve tutto ciò? A chi giovano, veramente, questi “leaks” sulle due guerre di Afghanistan e Iraq?

Posto di fronte a questa domanda da Russia Today, …

… dopo la pubblicazione dei documenti sull’Afghanistan, Julian Assange aveva risposto candidamente che “giovano prima di tutto al popolo afghano, che ha diritto di sapere quello che succede in casa propria”. In ultima analisi – questa è la filosofia di Assange – questi leaks giovano alla verità, che è come sempre “la prima vittima di tutte le guerre”.

Tutto giusto, ovviamente, tutto intoccabile e sacrosanto. Ma è anche tutto un pò troppo facile, a ben guardare. La domanda da porsi, in questo caso, è la seguente: davvero viviamo in un mondo in cui una persona “semplice e pulita” come Assange, motivata solamente da grandi princìpi umanitari, riesce a farsi consegnare e a mettere in rete materiale di questo genere, senza che nessuno glielo impedisca? Basta davvero avere il server in un paese come la Svezia, per essere securi che nessuno ti faccia chiudere il sito? Ma soprattutto, basta davvero dichiararsi incorruttibili paladini della verità, per evitare che qualcuno ti avvicini e ti faccia un “discorsetto chiaro e semplice” che in soli cinque minuti ti fa passare la voglia di pubblicare persino i numeri arretrati dell’Intrepido?

In effetti, per giudicare quanto “fastidio” abbiano dato davvero questi documenti all’amministrazione americana, basterebbe vedere come ha reagito il Pentagono a questa nuova ondata di documenti. Prima di tutto, secondo Channel 4 News, il Pentagono si è subito preoccupato di definire i documenti “genuini”. Che fretta c’era, dopotutto? D’accordo, sarà un pò difficile sostenere che siano falsi, ma lascia che siano gli altri a dimostrare che sono veri, no? Perchè rinunciare al prezioso “velo di nebbia” dell’incertezza, che così tante volte è servito a sminuire l’impatto iniziale di notizie davvero devastanti?

In secondo luogo, il commento del Pentagono è stato più o meno “chi ha trafugato quei documenti ha compiuto un atto veramente grave, che mette a repentaglio la sicurezza dei nostri militari all’estero, e dovrebbe subito restituirli”. Sembra più il discorso di un padre che vuole fingere di essere severo, che non quello di un gruppo di generali veramente incazzati per quello che è successo.

Ci sono poi i dubbi sulla tempestività di queste rivelazioni, che arrivano a due settimane scarse dalle elezioni americane, e che quindi potrebbero essere utlilizzate dai democratici per scrollarsi di dosso almeno una parte delle colpe per aver protratto le guerre di Afghanistan e Iraq ben oltre il previsto. (I documenti trafugati riguardano quasi per intero violazioni dei diritti umani compiute sotto l’amministrazione Bush).

C’è poi la posizione traballante di Maliki, il premier iracheno uscente, che non riesce a mettere insieme una coalizione da quasi otto mesi, e che ha perso chiaramente il favore di Washington, dopo aver fatto capire di avere ottenuto l’appoggio dell’Iran. Stranamente, Maliki risulta coinvolto, secondo i documenti di Wikileaks, in molti dei casi di tortura praticati dalla polizia irachena contro i loro stessi cittadini, e vede quindi ridursi al lumicino le sue possibilità di restare al potere.

Sia chiaro, per far quadrare il cerchio della logica non è necessario che Assange sia per forza un “venduto”, che lavora per un certo gruppo di potere contro un altro, venendo in quel caso protetto dal primo. Lui può davvero essere un “puro” che agisce in modo indipendente, e che ha avuto il genio ed il coraggio di mettere in piedi una organizzazione che rischa realmente di far traballare certi equilibri internazionali, ma che a sua volta viene lasciato vivere proprio perchè torna utile a qualcuno, di volta in volta, contro qualcun altro.

In fondo, quale modo esiste, più efficace e subdolo insieme, di far conoscere al mondo certe “verità scottanti” tramite una organizzazione limpida e pulita come Wikileaks, ma non, ad esempio, certe altre? (Sul caso Calipari, ad esempio, Assange ha detto che la documentazione è "fortemente incompleta". Come mai? Da quando in qua i "leaks" di questo tipo diventano "selettivi"?)

In altre parole, poichè Wikileaks dipende esclusivamente dalla scelta altrui di trafugare o meno certi documenti, non si è resa automaticamente uno strumento, per quanto involontario, delle manipolazioni più contorte e più feroci che si possano immaginare?

Ma poi, scusate, se davvero cerchiamo tutti la verità, cosa ne facciamo del rapporto di Lancet del 2006, che già indicava una cifra di morti civili, in Iraq, di circa 650.000 unità? Quel documento non ha pensato nessuno di “trafugarlo” a Wikileaks?

Massimo Mazzucco

DOPPIO BRODO ALFANO DI MARCO TRAVAGLIO

lunedì 25 ottobre 2010

IL MANGANELLO DELLA POLITICA, E NON E' CARNEVALE

LA POLITICA STA USANDO SEMPRE PIU' LE FORZE DELL'ORDINE PER SOTTOMETTERE CHI GLI PAGA LO STIPENDIO, MA IL POPOLO SOVRANO NON ESISTE PIU'
La distanza siderale che separa il "mondo dorato" in cui alligna la classe politica ed il paese reale dove i cittadini si dibattono fra paure, incertezze e problemi (spesso più grandi di loro) di svariata natura, sta facendosi ogni giorno che passa più siderale.

La politica del nostro tempo vive esclusivamente di autoreferenzialità e ha ormai perso irrimediabilmente la capacità di rapportarsi con quella gente che a scadenze fisse è chiamata a delegare, gettando una scheda nell'urna, il proprio rappresentante. Un personaggio di "plastica" il politico, telegenico e dai modi accattivanti che si rapporterà con lei solo attraverso lo schermo TV, dove parlando a nome di tutti coloro che lo hanno votato (e perciò dello stato e della legalità) annuncerà immancabilmente decisioni deputate ad accrescere i problemi, le paure e le incertezze di cui sopra.

Quando la misura è colma, e negli ultimi mesi sta accadendo sempre più spesso, i cittadini scendono in strada, domandando un confronto e pretendendo delle risposte. Ma la classe politica non ha risposte e non possiede neppure l'umiltà necessaria per scendere dal suo mondo dorato ed entrare nel merito dei problemi delle "persone normali", problemi il più delle volte da lei stessa generati.

Ecco allora che l'unica risposta plausibile per chi vive fra auto blu, festini alla coca nei salotti che contano, rotocalchi televisivi, tangenti ormai legalizzate sotto forma di consulenze e panegirici autoreferenziali, consiste nel lasciare spazio allo strumento che più di ogni altro risulta in grado di essere convincente, senza oltretutto permettere alcuna replica. Il manganello....



Manganellate in Val di Susa, dove i cittadini che si oppongono ad un'opera devastante ed economicamente disatrosa non hanno mai visto gli uomini politici di riferimento "uscire" dalla TV per fornire spiegazioni ed intavolare un confronto, ma in compenso hanno sentito la gragnuola di manganellate sulle loro teste, finendo spesso e volentieri all'ospedale.

Manganellate a Terzigno, dove la popolazione destinata a venire avvelenata da una discarica abusiva sotto il controllo dello stato non hanno mai avuto l'onore di vedere scendere fra loro un qualche politico fra quelli che hanno deciso di annientare il loro futuro. Ma tutte le notti vedono scendere i manganelli, in un'escalation di violenza durante la quale la polizia ha ormai violato qualsiasi regola propria di uno stato civile.

Manganellate a Cagliari, dove i pastori ridotti sul lastrico, con le proprie case e le proprie aziende ormai all'asta, domandavano un confronto con la giunta regionale. Ed hanno ricevuto in cambio bastonate e lacrimogeni lanciati in maniera criminale ad altezza uomo. Con la risultante che Roberto Fresi, pastore di Sassari, oltre alla casa rischierà di perdere anche un occhio.

E ancora manganellate sugli operai che protestano per essere stati messi in mezzo ad una strada, manganellate sugli studenti che domandano perché sia negato loro un futuro. Manganellate sugli ambulanti che occupano la tangenziale chiedendo spiegazioni (e non ricevendole) in merito alla direttiva Bolkestein (firmata in segreto) che metterà a rischio il mestiere che offre loro da vivere.

Manganellate ai tassisti, agli allevatori, ai precari.

Manganellate a Chiaiano, ad Acerra, a Vicenza e in molte altre occasioni che sicuramente abbiamo dimenticato.

Manganellate non contro teppisti, violenti o facinorosi, ma contro semplici cittadini che legittimamente chiedono conto di decisioni che hanno rovinato e rovineranno loro la vita.

Manganellate ordinate da chi ha paura di uscire dalla TV, da chi rifugge ogni confronto, da chi ritiene che una volta blindata la rappresentanza in parlamento il manganello rappresenti l'unico strumento di confronto con il cittadino.

Resta solo da domandarsi se questa consorteria ormai imprigionata nei pixel del teleschermo, pensi veramente di delegare alle forze dell'ordine e al manganello, la ricomposizione di tutti i disastri che sta creando nel paese. Manganellare chiunque osi alzare la testa e far sentire le proprie ragioni, restando nascosti nelle stanze del potere, potrà anche essere una strategia che paga, ma sicuramente solo nel breve termine. Quando ad alzare la testa saranno in troppi ed i manganelli non basteranno più non resterà loro che uscire dalla TV, dove il mondo sta tornando in bianco e nero ed anche i vip delle politica riacquistano la natura di esseri umani. Che soffrono, piangono, lottano e sono tenuti a dare risposte.

Marco Cedolin

NOTIZIA DA VALUTARE

NON STO CONSIGLIANDO UNA CURA MA SOLAMENTE UNA POSSIBILE ALTERNATIVA,
LEGGETE BENE E VALUTATE LA SITUAZIONE, NON PRENDETELA PER ORO COLATO, MA APPROFONDITE LE INFORMAZIONI CHE SEGUONO
Cancro. E' possibile salvarsi?

Ci sono oggi al mondo più persone che vivono di cancro, di quante ne muoiano per il cancro.

Si può quindi immaginare quale tipo di interessi si vada a toccare, nel momento in cui si parli di una qualunque terapia alternativa che esca dal seminato, e possa fare a meno del classico  percorso chirurgia-chemioterapia-radioterapia che tiene in piedi un'industria mondiale di dimensioni colossali.

E che nel frattempo conduce alla morte la quasi totalità dei suoi pazienti.

Basta infatti una piccola indagine per rendersi conto dello scarsissimo "entusiasmo" con cui venga accolta dall'establishment medico ogni nuova proposta di cura alternativa. Invece di voler approfondire almeno quelle che sembrano più promettenti, ci si trova sistematicamente di fronte ad un muro di gomma, che rifiuta qualunque terapia che non sia "scientificamente dimostrata", dimenticandosi che il compito della sperimentazione starebbe proprio a coloro che rifiutano questa terapia. (E quando la sperimentazione venga imposta a furor di popolo - come nel caso Di Bella - essa viene condotta in maniera talmente distorta da denunciare chiaramente l'intento di invalidarne ogni eventuale potenzialità, invece di rimarcarla).

Mentre vengono impunemente vendute medicine "a rischio di morte" (per loro stessa ammissione, da bugiardino), si trovano ovunque dozzine di avvisi "premurosi" contro la presunta "tossicità" di certe erbe, o altri prodotti curativi, che sono invece notoriamente innocui.

Di fronte a questo totale ribaltamento dei valori, solo l'individuo che decida di prendere nelle proprie mani la sua salute - anche con il sostegno del medico di famiglia, se disponibile - ha una possibilità reale di sopravvivere a situazioni che la medicina ufficiale condanna a morte senza nessuna speranza.

Ma solo dopo aver tratto il massimo profitto dalle sofferenze dello "sfortunato" paziente.



ALCUNE TERAPIE ALTERNATIVE

Su questo sito abbiamo discusso nel tempo di molte terapie alternative, concentrandoci soprattutto sulla terapia con l'Essiac, la cartilagine di squalo, e il metodo Simoncini.

Con questa pagina vogliamo mettere a disposizione dei nuovi lettori tutto quanto trattato in passato, senza per questo invitare nessuno a seguire una specifica terapia piuttosto che un'altra. Quando si tratta di vita o di morte, ciascuno deve decidere in prima persona, dopo aver attentamente valutato le opzioni disponibili.

Con lo stesso criterio, non disponiamo di indicazioni o suggerimenti utili (dosaggi, luoghi di acquisto, ecc.) al di là delle poche note accluse a ciascuna terapia. Gli utenti sono quindi pregati di svolgere le ricerche in proprio, senza chiedere
indicazioni ulteriori di cui non disponiamo.

IMPORTANTE: CHI SCRIVE NON E' UN MEDICO. TUTTI I SUGGERIMENTI DATI IN QUESTA PAGINA SONO PURAMENTE INDICATIVI, E DERIVANO DALLA SEMPLICE ESPERIENZA PERSONALE. SI CONSIGLIA DI CONSULTARE ANCHE ALTRE FONTI, PRIMA DI PROCEDERE ALLA SCELTA E ALL'USO DI QUALUNQUE PRODOTTO.


ESSIAC

Essiac è un decotto di erbe (thè) utilizzato per oltre 50 anni da una nurse canadese, Renè Caisse, che è riuscita a guarire dal cancro migliaia di persone senza mai arrivare a capire il segreto della formula che aveva ricevuto da un anziano della locale tribù pellerossa. (Ai tempi della Caisse il sistema immunitario non era ancora stato scoperto).

La storia di Renè Caisse (Essiac è il suo cognome scritto al contrario) vale la pena di essere conosciuta anche da chi non abbia mai avuto a che fare con problemi di cancro, ed i motivi dovrebbero risultare subito chiari a chiunque volesse leggerla.

STORIA DI UN'INFERMIERA QUALUNQUE

Rene Caisse. Autobiografia e documentazione. (Il documento è quasi tutto in inglese, con alcuni inserti in italiano, e altri in spagnolo).

L'UOMO MALATO  Alcune riflessioni sull'argomento da parte di un medico ortodosso che sembra non aver dimenticato il Giuramento d'Ippocrate.

NOTE PER L'USO: Vi sono due società canadesi che si contendono l'"autenticità" della formula di Renè Caisse - la Essiac e la Essiac-Resperin - che rimane comunque identica per tutti. In ogni caso, è fortemente consigliato di acquistare SOLO prodotti che contengano erbe locali (canadesi), che conservano intatte le caratteristiche organiche, a differenza di quelle importate, che vengono invece "fumigate" all'ingresso nel continente nordamericano. Questo tipo di informazioni va ottenuto direttamente alla fonte da cui si desidera ordinare il prodotto.

Esistono tre versioni del prodotto: decotto (thè), pillole e tintura. Per quanto gli ultimi due siano molto più comodi da consumare, la laboriosa preparazione (circa 12 ore) imposta dal decotto suggerisce che sia questo il metodo migliore per usufruire al massimo delle qualità terapeutiche dell'Essiac.

Ovviamente, in rete troverete anche migliaia di pagine di tipo "scientifico" - come ad esempio questa - che vi dicono che "i ricercatori hanno concluso che Essiac non abbia alcun effetto anticancro". Q
uesti ricercatori purtroppo dimenticano di specificare che hanno sperimentato le 4 erbe separatamente, e non tutte insieme (oppure nascondono i reali termini della loro "sperimentrazione", oppure trascurano di dire che non hanno somministrato la bevanda secondo le istruzioni della Caisse... insomma, ogni volta che si va a fondo si scopre regolarmente la totale malafede di questi personaggi) .



CARTILAGINE DI SQUALO

La cartilagine di squalo è conosciuta come rimedio contro il cancro da circa 40 anni, quando il Dr. William Lane scrisse il libro intitolato "Sharks don't get cancer" ("Agli squali non viene il cancro"), che sottolineava le particolari qualità antiangiogeniche della cartilagine di squalo, che sembra "avviluppare" molti tumori in una specie di gelatina impenetrabile, fino a farli soffocare.

Mentre la medicina ufficiale rifiuta di riconoscere le qualità antitumorali della cartilagine, le industrie farmaceutiche fanno a gara, di nascosto, per brevettare un composto chimico basato sullo stesso principio, da rivendere poi a cifre ben diverse da quelle del prodotto naturale.

Cartilagine di squalo: le prove esistono

Lo scippo farmaceutico

Un cane felice, un veterinario confuso

CHI HA IL CANCRO NON PUO' ASPETTARE


NOTE PER L'USO: Esiste ormai un'infinità di marche che offrono la cartilagine di squalo, sia nei negozi specializzati che tramite internet.

L'unica differenza a cui bisogna prestare attenzione è quella fra la cartilagine "trattata a freddo" e quella che non lo è. La prima, essendo molto più costosa, è chiaramente indicata sulla confezione ("cold treatment", "cold processing", ecc.). Si sconsiglia quindi di acquistare prodotti che non portino quella dicitura, poichè le caratteristiche organiche della cartilagine - come per l'Essiac - vengono ridotte drasticamente dal trattamento a caldo.

Si consiglia di acquistare solamente cartilagine in polvere (contenuta dalle capsule autodissolventi), in unità da 750 mg., e non in compresse, che sembrano essere meno efficaci.

DOSI: L'esperienza suggerisce che un dosaggio "di impatto" per un adulto si aggiri sulle 12 capsule giornaliere, somministrate possibilmente a stomaco vuoto (con un sorso d'acqua), prima dei tre pasti (4+4+4).

Dopo una settimana si può ridurre la dose a 9 - 6 unità giornaliere.

Per un cane di medie dimensioni si può iniziare da 9 capsule giornaliere, da ridurre nel tempo, a seconda dei risultati. La cartilagine ha un sapore sgradito ai cani, che normalmente rifiutano la pillola "nuda e cruda". Nel caso, si suggerisce di aprire la capsula e di mescolare il contenuto in una minima porzione di cibo, oppure di nasconderla in una fettina di prosciutto.

In ogni caso non c'è rischio di eccedere: la cartilagine di squalo non ha controindicazioni, fatta eccezione per le femmine gravide e per chi abbia subito di recente un intervento chirurgico (in ambedue i casi la cartilagine impedirebbe la neovascolarizzazione, nel feto come nella zona operata).
 
La cartilagine risulta essere anche un ottimo antinfiammatorio generico, che permette di evitare il ricorso ad antibiotici, o ad altre medicine con effetti collatarali non desiderati.



METODO SIMONCINI

Il metodo Simoncini si distingue da tutti gli altri per il fatto che il suo propositore sostiene di aver individuato la causa del cancro. Tullio Simoncini agisce quindi all'interno di un preciso paradigma scientifico, che lo colloca - paradossalmente - nella medicina tradizionale, e non in quella cosiddetta "alternativa".

Non a caso Simoncini è stato radiato dall'Ordine dei Medici, e pesantemente perseguitato sia a livello mediatico che giuridico.

Non stupisce, a sua volta, che le discussioni sul sito siano state sempre molto aspre e combattute: si tratta semplicemente di gettare alle ortiche l'intera oncologia ufficiale, con i miliardi e miliardi di interessi che ne sono coinvolti, a favore di un prodotto che chiunque può procurarsi con poche lire, ed in certi casi persino amministrarsi da solo. E' molto più semplice mandare al rogo il suo sostenitore, a quel punto.

Cura il cancro per e-mail (testimonianza)

Metodo Simoncini e tumori della pelle  (testimonianza)

La “grande eresia” di Tullio Simoncini (spiegazione "pagana" della teoria)

Tullio Simoncini: Renaissance Man (testimonianze video e conferenza di Simoncini a Los Angeles - IMPORTANTE)

Segnaliamo anche lo "storico" forum che ci ha fatto conoscere Simoncini in primo luogo:

La cura per il cancro ....e se fosse vero?

NOTE PER L'USO: Tutte le indicazioni riguardo alle diverse tecniche di cura si trovano sul sito del Dott. Simoncini, unitamente alla serie completa delle testimonianze finora raccolte dai pazienti guariti con il suo metodo.

Chi volesse rivolgersi al Dott. Simoncini per una consulenza personale è pregato di contattarlo via email, accludendo una sintesi del caso, con allegati tutti i documenti disponibili (diagnosi, raggi X, RMI, Cat-Scan, altro...).

Il Dott. Simoncini riceve ormai centinaia di e-mail giornaliere, e non può garantire a tutti una risposta immediata.
 

Scritto da Massimo Mazzucco per luogocomune.net

su: WWW.LUOGOCOMUNE.COM potete trovare le testimonianze sopra derscritte

domenica 24 ottobre 2010

CONISDERATE LA VOSTRA SEMENZA........ FATTI NON FOSTE PER VIVER COME BRUTI , MA PER SEGUIR VIRTU' E CONOSCENZA



Noi genericamente definiamo "Bibbia" quel librone di oltre mille pagine che troviamo un pò dappertutto, in chiesa come a casa nostra come nei motel dei film americani. Ma quel libro in realtà contiene sia il "Vecchio" che il "Nuovo" Testamento, ovvero la Bibbia originale degli ebrei - detta Tanach, che risale al 600-1200 A.C - più i Vangeli cristiani "canonici", scritti invece dopo Cristo.

Il "cristianesimo" quindi è, in un certo senso, una "libera interpretazione" della Bibbia originale ebraica, rivista, tramite l'aggiunta dei Vangeli, alla luce della predicazione di Gesù. La differenza fondamentale fra le due religioni sta proprio nel fatto che l'ebraismo non riconosce nella fìgura di Gesù il "Messia" annunciato dalle profezie bibliche, mentre il cristianesimo sì.

In questa sede, comunque, per "Bibbia" intendiamo esclusivamente il testo sacro, o Tanach, composto dei 39 singoli libri originali (Isaia, Ezechiele, Genesi, Esodo...ecc.) del canone ebraico. (Lista che, per la precisione, differisce per alcuni libri da quella adottata dal nostro "Vecchio Testamento").

I PARTE - BREVE STORIA DELLA BIBBIA

ORIGINE E CONTENUTO

Va detto innanzitutto che la Bibbia non è affatto un testo unitario, ma piuttosto un intricato compendio di tradizione orale, di fonti storiche, di miti e leggende popolari, sia locali che importate, di scritti dei vari profeti, di leggi e regole per l'igiene e la nutrizione, di poesie, canti e proverbi di ogni tipo. In altre parole, una summa cumulativa di tutto il sapere contemporaneo di quella regione, che cominciò a prendere forma definitiva, e ad essere considerata "Legge di Dio", soltanto intorno all'ottavo secolo avanti Cristo. Più avanti parleremo dell'effettiva stesura dei testi, che iniziò in quel periodo, per mano di scribi che non erano in nessun modo gli autori del testo originale.

IL TESTO ORIGINALE

I testi biblici erano scritti - in ebraico antico ovviamente, eccetto per brevi segmenti in aramaico - su lunghi rotoli di pelle, o di pergamena. Ben lungi dall'essere leggibili a prima vista, però, questi rotoli apparivano al lettore come una sequenza interminabile di lettere, dalla prima all'ultima riga. (In realtà, come si vede dalla foto accanto, ogni tanto ci sono delle spaziature multiple, che indicano però delle pause "emotive", e non hanno nulla a che vedere con la composizione delle singola parole).

P r a t i c a m e n t e l a b i b b i a a p p a r i v a s c r i t t a c o s ì

Non sono indicate le parole vere e proprie, ma devi trovartele tu, separando i gruppi di lettere al punto giusto. E siccome in realtà gli ebrei non scrivevano nemmeno le vocali, l'equivalente per noi sarebbe stato questo:

P r t c m n t l b b b p p r v s c r t t c s

Moltiplicate questo rebus per circa 2 milioni e mezzo di lettere consecutive, ed avrete davanti la Bibbia originale.

INTERPRETABILITA'

Il problema dell'"interpretabilità" della Bibbia è quindi a strati multipli, poichè bisogna prima di tutto mettersi d'accordo su quello che c'è effettivamente scritto sopra. Soltanto dopo si potrà affrontare un'eventuale lettura allegorica, o simbolica, del testo, e casomai, in ultimo, quella ancor più complessa ed arcana detta esoterica, o "cabalistica".

In un testo cosi lungo si verificano, per pura legge statistica, migliaia di casi in cui certe lettere possono essere attribuite sia alla parola precedente che a quella seguente, dando comunque un senso compiuto. L'udito, oppure lu dito? (Per un sardo, il problema potrebbe anche porsi).

Vi sono poi altrettanti casi in cui la variazione delle semplici vocali può dare adito a letture completamente diverse. Una cosa è dire "ti amo tanto", ben altra è dire "tu mi tenti", anche se le consonanti - t m t n t - rimangono le stesse. (Per non parlare poi di "temo i tonti", o di "Tom è tinto").

Naturalmente, nel corso del tempo le varie generazioni di rabbini sono giunte ad un consenso di massima sul significato di ogni frase, che è rispecchiato dalla moderna versione ebraica della Bibbia. Già che c'erano hanno pensato bene di aggiungere anche le vocali, e di staccare le parole. Anche l'occhio vuole la sua parte.

AUTENTICITA'

Come facciamo noi a sapere che questa versione "ufficiale" corrisponde davvero all'antico originale? In fondo, abbiamo visto come i Vangeli canonici siano stati martoriati, nel corso dei primi secoli, da correzioni, tagli e interpolazioni di ogni genere, volute dai padri della chiesa per adattare il credo, originariamente nato in Palestina, al mondo e alla mentalità dei gentili.

Per quel che riguarda la Bibbia, diciamo innanzitutto che per "originale" si intende, in realtà, la versione redatta nel 539 a.C. dal profeta Ezra, sulla via del ritorno da Babilonia, andando completamente a memoria. I "veri" testi antichi, infatti, erano stati tutti distrutti nel rogo del Primo Tempio, dai soldati di Nabuccodonosor. Fortunatamente sono stati ritrovati, nell'ultimo dopoguerra, i cosiddetti Rotoli del Mar Morto, dei libri sacri che la comunità sacerdotale degli Esseni aveva nascoto nelle inaccessibili grotte di Qumran (v. foto), e che così sono sfuggiti anche alla distruzione del Secondo Tempio, ad opera dei Romani, nel 70 d.C.

Fra questi rotoli si è ritrovato un libro quasi completo di Isaia (foto sotto), che antedatava l'esodo di Babilonia, e che risultò essere identico, lettera per lettera, alla versione tramandataci a memoria da Ezra.

Questa fu messa definitivamente per iscritto nel secondo secolo a.C., nella versione cosiddetta "masoretica", della quale però nessun originale riuscì a superare intatto le intemperie della storia. Il più antico testo completo della Bibbia ebraica disponibile oggi è il Codex Leningradensis, che è una copia del masoretico che fu redatta "soltanto" nel 1008 dopo Cristo.

Nonostante questo, grazie ad una seri di complicatissimi riscontri incrociati fra tutti i reperti biblici ritrovati finora - dal completo Isaia di Qumran, al più microscopico frammento di testo sacro - è stato possibile affermare con relativa certezza che la Bibbia ebraica contemporanea, cioè la versione masoretica, corrisponda fedelmente al testo originale del tempo dei profeti.

Ma vediamo adesso che cosa dice questo testo originale, nella sua traduzione letterale.




II PARTE - IL CONFRONTO CON L'ORIGINALE 

IL PENTATEUCO

La tradizione vuole che i primi 5 libri della Bibbia, che noi chiamiamo Pentateuco, e gli ebrei Torah, siano stati scritti direttamente da Mosè, intorno al 1200 a.C.  Fra questi sicuramente il piu importante è il primo, che noi chiamiamo Genesi, e gli ebrei chiamano Behreshit ("l'inizio"). In esso si descrivono sia la cosmogenesi che l'antropogenesi, cioè la nascita del mondo materiale, e quella dell'Uomo e delle altre forme viventi.

LA GENESI

Se ora noi confrontassimo il testo originale della Behreshit con quello della nostra Genesi, rimarremmo probabilmente di stucco. Che dire, ad esempio, di fronte alla scoperta che il mondo non sarebbe stato creato affatto da "Dio" (singolare maschile), ma da una allegra combriccola di "Dei"? Il termine Elohim infatti, che nella nostra Genesi è tradotto con "Dio", in ebraico è solo plurale, ed è sia maschile che femminile. (Qualcuno ricorda la frase "infelice" di Papa Luciani, che prima di morire volle farci sapere a tutti i costi che "Dio è uomo, ma anche donna"?).

Oppure, cosa dire di fronte al fatto che non fu l'uomo ad essere fatto "a sua immagine e somiglianza", ma è l'umanità che fu fatta "ricalcando i loro contorni"? Cioè, proiettando dei loro "parametri" astratti, ideali, nel mondo concreto della materia. Una cosa è lo "stampino" della ceralacca - che fra l'altro ci ha condannato a visualizzare l'uomo barbuto che ci perseguita da millenni col bastone alzato - ben altra è pensare ad una "cristallizzazione" nel mondo denso della materia di un progetto ideale, tanto puro quanto assoluto. Nello stesso modo, in un certo senso, in cui un regista "sogna" il proprio film, e poi gli dà una forma concreta usando attori, pellicola e cineprese. (Curioso come gli Aborigeni d'Australia, il più antico popolo vivente sulla terra, chiamino la nostra dimensione terrena "dreamworld", il mondo dei sogni).

ELOHIM O JAVEH?

A chi si ritrovasse ora confuso sul "nome di Dio" originale, ricordiamo che è la Bibbia stessa a mescolare le carte, poichè a volte presenta il Creatore come Elohim, altre volte lo chiama Javeh, o Jehovah (Giavè, Geova), e più raramente Adonài (Signore, Padrone). Elohim però, come detto, è soltanto plurale, maschile e femminile insieme (significa letteralmente "coloro che sono in alto", "i signori di sopra"), mentre sia Javeh che Adonài sono al singolare maschile (in realtà Javeh è neutro, ma non pone comunque una questione di pluralità).

Ma perchè allora, viene da domandarsi, "Dio" nella nostra Bibbia è stato tradotto al singolare? Qui non sta certo a noi rispondere, e possiamo al massimo avanzare un'ipotesi: già ai tempi dell'ebraismo, una delle chiavi unificatrici, a livello popolare, fu proprio l'introduzione del monoteismo (quante volte insiste a ricordarcelo, lo Javeh della Bibbia, che "non avrai altro Dio all'infuori di me"?). Un' altra cosa che contribuì a rinforzare l'impatto della nuova religione fu l'abolizione dell'idolatria. Fu quindi chiaro alla classe sacerdotale, già da allora, che meno "dispersione" simbolica c'è, nella mente del credente, più facile è per lui recepire il messaggio complessivo di quella religione.

Non stupisce quindi che i rabbini non amino troppo sentirsi chiedere "che cosa significa esattamente Elohim?", poichè dovrebbero introdurre una dimensione spirituale molto più complessa e delicata di quella del semplice "Dio" Javeh. Figuriamoci quindi gli stessi padri della chiesa cristiana, che già avevano mille problemi a mettersi d'accordo sui Vangeli canonici, che voglia avevano di rispettare anche questa distinzione, quando traducendo (in greco) tutto con "Dio", almeno quel problema non si poneva nemmeno. Accadde così che a loro volta gli anglosassoni, che tradussero dal greco - in inglese, con Erasmo da Rotterdam, ed in tedesco, con Martin Lutero - la loro versione della Bibbia, si ritrovarono come noi con un semplice "God" al singolare.

Ma perchè esiste, da dove origina, e cosa significa questo doppio presenza di Elohim e Javeh nella Bibbia originale? Questa è una domanda che assilla gli studiosi sin dai tempi dell'università di Tubinga,  che agli inizi dell'800 dedicò un'intero ramo dei suoi studi all'esegesi biblica. Noi qui possiamo soltanto cercare di riassumere la tesi oggi generalmente più accettata, in cui tutto il materiale biblico sarebbe stato unificato, e messo per iscritto, da almeno quattro mani diverse, che sono riconoscibili dai diversi stili riscontrabili nell'arco della lettura. Questi stili però non si presentano in blocchi distinti e separati, ma si alternano ed accavallano in continuazione, a volte anche per pochi paragrafi, creando spesso una notevole confusione.

LE "CONTRADDIZIONI" NEL TESTO BIBLICO

Si potrebbero peraltro spiegare, in questo modo, certe contraddizioni plateali nel testo biblico, che dovrebbero saltare all'occhio anche del lettore meno attento. Nella Genesi, ad esempio, la stessa  creazione viene raccontata non una ma due volte, a distanza di pochissime pagine, e in ordine capovolto una rispetto all'altra.

Nella prima versione viene creato prima l'Uomo, e poi tutti gli altri animali. Nella seconda, che appare a prima vista una semplice ripetizione, pochi paragrafi più sotto, vengono invece creati prima gli animali, e poi l'Uomo. Parimenti, all'inizio Uomo e Donna vengono creati insieme, poco più avanti l'Uomo precede la Donna, che viene creata dopo di lui.

In realtà la lista di contraddizioni - che di certo sono tali, se si legge il testo in maniera letterale - è abbastanza lunga da impegnare in discussioni che non terminerebbero mai. A queste andrebbero poi aggiunte le varie "imprecisioni scientifiche", come l'età della Terra fissata in circa seimila anni, oppure il fatto che la Terra sia "immobile al centro dell'universo, ben piantata sul suo piedestallo", che fu argomento del contendere sin dal tempo di Galileo. Tutto cambia, ovviamente, se si affronta la Bibbia come un testo a diversi livelli di lettura, ma questo ci porterebbe su un territorio che non siamo assolutamente preparati ad affrontare, e che esula comunque dal nostro intento.

Diciamo soltanto una cosa sull'apparente incompatibiltà fra Elohim e monoteismo. E' evidente che la "versione originale", con gli Elohim, ci propone non una molteplicità dispersiva di divinità, tutte in competizione una con l'altra, ma piuttostio una precisa gerarchia, armonica e ordinata, in cui Javeh starebbe molto più in alto di loro stessi. Nelle religioni orientali si trova una corrispondenza molto precisa, ad esempio, nei Cohan del buddhismo tibetano, che sono detti anche "i creatori della materia". Essi stessi sottostanno, gerarchicamente parlando, all'Uno Assoluto, esattamente come le mille divinità del pantheon indù rispondono obbedienti all'Ordine Assoluto del Brahma, o Uno Cosmico Universale. Nel Corano invece sono gli Arcangeli, ereditati dalla Bibbia ebraica, ad occuparsi del mondo materiale, sotto lo sguardo attento di Allah, e la stessa Bibbia nostrana ci parla ripetutamente di Angeli e Arcangeli, confermando quindi l'esistenza di una gerarchia superiore, funzionale ed omogenea, ma tutt'altro che dispersiva in senso politeistico.

TANTO RUMORE PER NULLA

Un'altra realizzazione, che potrebbe congelare in un solo istante le più accanite discussioni fra "evoluzionistì" e "creazionisti" (fra atei e credenti, alla fin dei conti) è che in realtà essi si accapigliano per nulla, poichè la Bibbia è un testo provvisorio, che va comunque sostituito da un'altro, che ancora non conosciamo. Purtroppo noi non la leggiamo quasi mai con attenzione critica, attivamente, ma ce la beviamo passivamente, "così com'è", e accade spesso di non cogliere dettagli importanti come questo.

Chi non ha mai letto, almeno una volta, la discesa dal Monte di Mosè, dopo che ha ricevuto da Javeh le Tavole della Legge? Ebbene, quando Mosè si accorge che il suo popolo non ha saputo aspettare, e si è messo ad adorare il vitello d'oro, dalla rabbia spezza le tavole di una legge che non si meritano, e le scaglia sotto il monte. E in seguito darà loro delle leggi molto più infantili, semplici e grossolane, in attesa che il suo popolo maturi e sia pronto a ricevere quelle vere.

Il problema è che Mosè poi è morto, Javeh è bel pò che non si fa più sentire, e a noi sono rimaste sul gobbo delle leggi crude, violente ed obsolete, scritte 3000 anni fa per un branco di nomadi ignoranti e adulatori. Volendo obbedire letteralmente alla Bibbia, ad esempio, se per caso nostro fratello morisse dopo il matrimonio, e noi invece non fossimo sposati, ci toccherebbe sposare per forza la cognata rimasta vedova, e fare subito un figlio con lei - anche se ha i baffi lunghi un metro. E se non lo facessimo, lei avrà il diritto di sputarci in faccia, davanti a tutta la famiglia riunita. (Chissà perchè certi cristiani si ricordano di citare la Bibbia solo quando gli serve contro gli omosessuali, o per giustificare schiavitù e pena di morte, ma poi si dimenticano completamente di osservare i mille obblighi come questo?)

A questo punto sorge però un dubbio: non sarà che questo Javeh è sparito apposta, perchè si aspetta magari che ci accorgiamo da soli di tutte queste incongruenze ridicole? Perchè non smettiamo per un attimo di seguire pedantemente la Bibbia come "parola di Dio", e proviamo invece a considerarla, alla pari di molti altri suoi equivalenti sulla Terra, come un prezioso documento storico, il cui valore spirituale - indipendentemente da chi sia stato a scriverla - va ricercato in profondità, in maniera attiva, cosciente e selettiva, e non soltanto "letto" in superficie, in maniera meccanica e passiva?

(Fatti non foste… )