PERCHE' QUESTO BLOG

Dopo una conversazione su le recenti notizie che invadono la nostra tv, i nostri giornali, e tutto ciò che e informazione, dopo aver riflettuto su ciò che ci circonda abbiamo deciso di creare questo blog.
Vogliamo discutere la cruda realtà e orrore viene trasformato in un format per fare lotta di ascolti, dove qualcosa di futile prende il sopravvento su ciò che e davvero importante… dove le priorità sono diventate apparire e non essere.. dove tutto ciò che ci crolla intornoa noi non ci appartiene e lasciamo che vada a valle senza un percorso preciso… dove la maggior parte delle persone ha come obiettivo apparire in qualsiasi situazione.
Tutto ciò nasce per discutere e vedere anche altri punti di vista.. altre opinioni.. nel massimo del rispetto per i pensieri altrui e con la massima libertà di espressione.


by Noemi Cortese

venerdì 29 ottobre 2010

IL POPOLO DEI BUNGA BUNGA


Ragazze minorenni sui viali delle città. Rumene, lituane, africane, italiane. A migliaia. Un popolo di stupratori seriali motorizzati le aspetta. Nessuno di loro chiede la carta di identità alle piccole donne. Solo il prezzo per le diverse modalità d'uso. Bambini di dieci/dodici anni in vendita in luoghi pubblici, davanti ai cimiteri, alle stazioni, in piazze di periferia. E ragazzine cinesi nei centri massaggi. Il depliant nel tergicristallo delle macchine parcheggiate con indirizzo, orari, immagini sorridenti con occhi a mandorla.
Il popolo dei bunga bunga non si commuove per la prostituzione di massa degli adolescenti nelle nostre città. C'è chi li usa, chi li ignora e chi si indigna per il pubblico decoro. La mamma con il passeggino tira dritto di fronte alla quindicenne truccata da troia mentre il marito prende nota del marciapiede su cui batte.
Berlusconi è un puttaniere? E' noto. Ha abusato dei suoi poteri? Lo fa da sempre. Ha fatto bunga bunga con Ruby? E' possibile. Centinaia di migliaia di italiani fanno sesso con minorenni? E' certo.Ottantamila abusano di bambini (BAMBINI!) nei viaggi di turismo sessuale (siamo tra i primi al mondo)? E' provato. E allora? Di che parliamo oggi? Ovviamente di Berlusconi, solo di Berlusconi, sempre di Berlusconi.
In un qualunque altro Stato occidentale sarebbe stato condannato per Mills, non avrebbe il monopolio televisivo, sarebbe stato fatto a pezzi dalla pubblica opinione per la sua frequentazione con dei mafiosi come Mangano o condannati in secondo grado come Dell'Utri. In nessuno Stato, neppure in Libia o in Russia, sarebbe potuto diventare presidente del Consiglio. Solo l'Italia poteva permettersi uno come lo psiconano. E' lo specchio di una parte del Paese che vorrebbe trombarsi le minorenni (e se le tromba), vorrebbe evadere il fisco (e lo evade), vorrebbe violare le leggi (e le viola).
I giornali ancora oggi, come ieri e anche domani, dedicano il titolo a Berlusconi e al sesso. Sono due anni che si fanno le seghe dai tempi di Papi, a villa Certosa, alla D'Addario e ora a Ruby. Morto un Berlusconi se ne farà un altro. Il popolo dei bunga bunga, invece, non muore mai.

mercoledì 27 ottobre 2010

POLITICA ESTERA DGLI U.S.A. SFASCIARE I GOVERNI NON ALLINEATI

DATI DI AGOSTO 2008 , MA PER NOI SONO NUOVI VISTO CHE NON SIAMO MAI VENUTI A CONOSCENZA DI TALI DICHIARAZIONI

 Esposto al senato del Pakistan il piano americano mirante a sfasciare il paese

Sabato 30 Agosto 2008
Pakistan Daily

Il senatore Nisar A. Memon della “Lega Q” pachistana ha asserito ieri Venerdi in senato che gli americani stanno coltivando il piano di sfasciare il Pakistan.
Il senatore ha sollecitato il governo a prendere conoscenza di un rapporto di ricerca del Professore Michel Chossudovsky del gruppo canadese Global Research – Canada nel quale si afferma che i recenti cambiamenti avvenuti nel regime [pachistano] verranno seguiti da un “gia’ previsto” vicolo cieco politico. Il rapporto dice che questo vicolo cieco politico fa parte di un programma attualmente in evoluzione nella politica estera americana che si prefigge di generare smembramento e scompiglio nella struttura dello stato.  
“Il governo indiretto dei militari e dei servizi di informazione pachistani “ – dice il rapporto – “verra’ sostituito da forme piu’ dirette di interferenza degli Stati Uniti, ivi compresa un’estesa presenza militare americana nel Pakistan”.  
Un precedente rapporto della americana Central Intelligence Agency (CIA) aveva predetto per il Pakistan, entro dieci anni, “un destino tipo Iugoslavia, con guerra civile, spargimenti di sangue, e rivalita’ fra le varie province, come si e’ visto nel Belucistan”
  
“Neonate riforme democratiche” – prosegue il rapporto – “ben pochi mutamenti potranno produrre di fronte all’opposizione di una elite politica agguerrita e dei partiti islamici. In un clima di continua agitazione nel paese, il controllo del governo si ridurra’ probabilmente al solo territorio del Punjab”.   
Il senatore Memon ha fatto notare che il rapporto precisa che il caos e l’anarchia verranno generati attraverso lo scardinamento economico, in seguito al quale il Fondo Monetario Internazionale afferrera’ poi il Pakistan nelle sue grinfie.
Il rapporto afferma che i servizi segreti britannici stanno appoggiando copertamente i terroristi separatisti belucistani, e che i torbidi attualmente in corso nel Belucistan fanno parte di una strategia mirante infine a separare questa provincia dal Pakistan come “Piu’ Grande Belucistan”.
Il senatore ha sollecitato il governo a prendere contromisure per opporsi a queste cospirazioni, e ha chiesto che il ministro della difesa o quello degli esteri facessero sapere come il regime intende dar fronte a tali minacce, affermando che la distruzione di istituzioni solide come la Inter-Services Intelligence verrebbe certo seguita da altri eventi simili.  
Il Presidente del Senato Mian Raza Rabbani ha detto che un ministro avrebbe discusso il rapporto e avrebbe esposto un piano nazionale per proteggere l’integrita’ del paese.
Il Vicepresidente Jan Mohammad Jamali ha detto a sua volta che il Primo Ministro Yousuf Raza Gilani avrebbe risposto alle interrogazioni in parlamento.
Il Ministro della Giustizia aveva gia’ presentato in parlamento due disegni di legge: in uno veniva abolito l’incatenamento dei condannati e il loro trasferimento alla cella di esecuzione in attesa della conferma delle sentenze da parte della Corte Suprema, e l’altro riguardava la registrazione dei beni immobili

SEMENTI OBBLIGATI AGLI IRACHENI

Le « sementi della democrazia »
In Irak la pratica millenaria di conservare il grano
per seminarlo un anno dopo l’altro è diventata illegale…
 
L’agricoltura è nata in Mesopotamia diecimila anni fa. La vasta e fertile pianura alluvionale situata fra il Tigri e l’Eufrate aveva permesso di coltivare tutte le varietà di grano oggi conosciute. Ma dal 2003 l’Irak è stato spogliato non solo della sua sovranità politica, del suo patrimonio archeologico e delle sue risorse petrolifere, ma anche della sua sovranità alimentare.
Infatti, fra le cento scellerate ordinanze emesse in Irak sotto l’amministratore provvisorio americano Bre-mer, e che hanno forza di legge, l’ordinanza 81 del 26 Aprile 2004 ha gettato il paese in pasto ai giganti agroalimentari che controllano il commercio mondiale dei grani, come la Monsanto (quella che fabbricava l’Agent Orange, l’erbicida alla diossina che gli americani usavano nella guerra del Vietnam per distruggere le foreste che offrivano riparo ai combattenti della resistenza).
Redatta in maniera estremamente perversa, tale ordinanza ha istituito di fatto l’obbligo per i coltivatori iracheni di cereali di acquistare ogni anno dalle multinazionali, oltre ad una licenza, le loro sementi trans-geniche ed i loro erbicidi estremamente tossici ad esse associati, il tutto in completa violazione delle leggi irachene che proibivano la privatizzazione delle risorse biologiche. Adesso queste società detengono un diritto di “proprietà intellettuale” che concede loro per vent’anni un monopolio sulle piante del patrimonio agricolo iracheno, delle quali si sono impadronite con la forza per modificarle geneticamente e poi brevet-tarle a nome loro.
La pratica millenaria di conservare il grano per seminarlo un anno dopo l’altro è quindi divenuta in Irak illegale, e gli agricoltori « colpevoli » di trasgredire il “diktat” dell’occupante non solo incorrono in forti ammende, ma sono anche passibili di arresto e di distruzione dei loro raccolti, dei loro mezzi di lavoro, e delle loro installazioni!
I coloni – diventati servi degli americani – sono ormai condannati a produrre delle piante artificiali (desti-nate per metà all’esportazione) ad unico beneficio della Monsanto e compagni, mentre la popolazione ira-chena muore di fame.
Gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) rappresentano un gravissimo pericolo in campo ambienta-le, sanitario, economico ed etico. La polluzione e la perdita della biodiversità che essi comportano sono irreversibili e causano inoltre, nel tempo, la rovina ineluttabile dei coloni.
Il « terrorismo alimentare » è anzitutto una delle armi principali degli istigatori del “Nuovo Ordine Mon-diale” che mira ad asservire, una dopo l’altra, le popolazioni del mondo intero. L’Irak è diventato il nuovo laboratorio di questo strumento di dominazione diabolica, e gli iracheni sono diventati le sue cavie.
                                                                                                                            
  Joëlle Pénochet

NOSTRO DIRITTO DOVERE



A CHE SERVE AVERE TUTTE QUESTE INFORMAZIONI SE NESSUNO LE LEGGE, INCOMINCIAMO A RENDERCI CONTO C'E' UN ASSOLUTO BISOGNO DI DIVULGARE QUESTE NOTIZIE E CHE ALMENO LE DOBBIAMO LEGGERE PER SENSIBILIZZARCI SUI  PROBLEMI CHE REALMENTE ESISTONO, E' UN NOSTRO DIRITTO DOVERE
Altre 400.000 pagine rese pubbliche da Wikileaks, questa volta riguardanti l’Iraq, fanno apparire il famoso “leak” sull’Afghanistan, avvenuto lo scorso luglio, una specie di pettegolezzo da portineria.

Oltre 60.000 civili uccisi a sangue freddo dagli americani in Iraq, in incidenti di vario tipo, che sono stati tutti documentati in modo dettagliato, e inoltre torture di cittadini iracheni in almeno 300 casi, verificatisi ben dopo lo scandalo di Abu Grahib, delle quali sono anche parzialmente responsabili le stesse forze dell’ordine irachene.

Secondo Body Count, una organizzazione partner di Wikileaks, il numero dei civili uccisi intenzionalmente sale ad oltre 100.000, se si incrociano i dati recentemente acquisiti con quelli che già erano in loro possesso. Si aggiungono inoltre imbarazzanti conferme che gli alti gradi del Pentagono fossero al corrente di tutti questi massacri, ma non abbiano fatto nulla per fermarli.

Sia chiaro, nonostante la lista quasi interminabile di episodi orripilanti, non c’è nulla che possa sorprendere chi queste cose già le segue da vicino: “Il Nuovo Secolo Americano” documentava le uccisioni gratuite dei civili, e la connivenza degli alti comandi americani, oltre due anni fa, e non fummo certo i primi nè gli unici a farlo. La differenza sta nel fatto che ora tutto ciò compare su documenti ufficiali del Pentagono, ed è quindi impossibile negare ciò che loro stessi hanno messo nero su bianco. Ci sono inoltre nuovi video di uccisioni dal cielo, effettuate dagli americani nel classico “stile video-game”, decisamente imbarazzanti per chiunque da guardare.

Ma a cosa serve tutto ciò? A chi giovano, veramente, questi “leaks” sulle due guerre di Afghanistan e Iraq?

Posto di fronte a questa domanda da Russia Today, …

… dopo la pubblicazione dei documenti sull’Afghanistan, Julian Assange aveva risposto candidamente che “giovano prima di tutto al popolo afghano, che ha diritto di sapere quello che succede in casa propria”. In ultima analisi – questa è la filosofia di Assange – questi leaks giovano alla verità, che è come sempre “la prima vittima di tutte le guerre”.

Tutto giusto, ovviamente, tutto intoccabile e sacrosanto. Ma è anche tutto un pò troppo facile, a ben guardare. La domanda da porsi, in questo caso, è la seguente: davvero viviamo in un mondo in cui una persona “semplice e pulita” come Assange, motivata solamente da grandi princìpi umanitari, riesce a farsi consegnare e a mettere in rete materiale di questo genere, senza che nessuno glielo impedisca? Basta davvero avere il server in un paese come la Svezia, per essere securi che nessuno ti faccia chiudere il sito? Ma soprattutto, basta davvero dichiararsi incorruttibili paladini della verità, per evitare che qualcuno ti avvicini e ti faccia un “discorsetto chiaro e semplice” che in soli cinque minuti ti fa passare la voglia di pubblicare persino i numeri arretrati dell’Intrepido?

In effetti, per giudicare quanto “fastidio” abbiano dato davvero questi documenti all’amministrazione americana, basterebbe vedere come ha reagito il Pentagono a questa nuova ondata di documenti. Prima di tutto, secondo Channel 4 News, il Pentagono si è subito preoccupato di definire i documenti “genuini”. Che fretta c’era, dopotutto? D’accordo, sarà un pò difficile sostenere che siano falsi, ma lascia che siano gli altri a dimostrare che sono veri, no? Perchè rinunciare al prezioso “velo di nebbia” dell’incertezza, che così tante volte è servito a sminuire l’impatto iniziale di notizie davvero devastanti?

In secondo luogo, il commento del Pentagono è stato più o meno “chi ha trafugato quei documenti ha compiuto un atto veramente grave, che mette a repentaglio la sicurezza dei nostri militari all’estero, e dovrebbe subito restituirli”. Sembra più il discorso di un padre che vuole fingere di essere severo, che non quello di un gruppo di generali veramente incazzati per quello che è successo.

Ci sono poi i dubbi sulla tempestività di queste rivelazioni, che arrivano a due settimane scarse dalle elezioni americane, e che quindi potrebbero essere utlilizzate dai democratici per scrollarsi di dosso almeno una parte delle colpe per aver protratto le guerre di Afghanistan e Iraq ben oltre il previsto. (I documenti trafugati riguardano quasi per intero violazioni dei diritti umani compiute sotto l’amministrazione Bush).

C’è poi la posizione traballante di Maliki, il premier iracheno uscente, che non riesce a mettere insieme una coalizione da quasi otto mesi, e che ha perso chiaramente il favore di Washington, dopo aver fatto capire di avere ottenuto l’appoggio dell’Iran. Stranamente, Maliki risulta coinvolto, secondo i documenti di Wikileaks, in molti dei casi di tortura praticati dalla polizia irachena contro i loro stessi cittadini, e vede quindi ridursi al lumicino le sue possibilità di restare al potere.

Sia chiaro, per far quadrare il cerchio della logica non è necessario che Assange sia per forza un “venduto”, che lavora per un certo gruppo di potere contro un altro, venendo in quel caso protetto dal primo. Lui può davvero essere un “puro” che agisce in modo indipendente, e che ha avuto il genio ed il coraggio di mettere in piedi una organizzazione che rischa realmente di far traballare certi equilibri internazionali, ma che a sua volta viene lasciato vivere proprio perchè torna utile a qualcuno, di volta in volta, contro qualcun altro.

In fondo, quale modo esiste, più efficace e subdolo insieme, di far conoscere al mondo certe “verità scottanti” tramite una organizzazione limpida e pulita come Wikileaks, ma non, ad esempio, certe altre? (Sul caso Calipari, ad esempio, Assange ha detto che la documentazione è "fortemente incompleta". Come mai? Da quando in qua i "leaks" di questo tipo diventano "selettivi"?)

In altre parole, poichè Wikileaks dipende esclusivamente dalla scelta altrui di trafugare o meno certi documenti, non si è resa automaticamente uno strumento, per quanto involontario, delle manipolazioni più contorte e più feroci che si possano immaginare?

Ma poi, scusate, se davvero cerchiamo tutti la verità, cosa ne facciamo del rapporto di Lancet del 2006, che già indicava una cifra di morti civili, in Iraq, di circa 650.000 unità? Quel documento non ha pensato nessuno di “trafugarlo” a Wikileaks?

Massimo Mazzucco

DOPPIO BRODO ALFANO DI MARCO TRAVAGLIO

lunedì 25 ottobre 2010

IL MANGANELLO DELLA POLITICA, E NON E' CARNEVALE

LA POLITICA STA USANDO SEMPRE PIU' LE FORZE DELL'ORDINE PER SOTTOMETTERE CHI GLI PAGA LO STIPENDIO, MA IL POPOLO SOVRANO NON ESISTE PIU'
La distanza siderale che separa il "mondo dorato" in cui alligna la classe politica ed il paese reale dove i cittadini si dibattono fra paure, incertezze e problemi (spesso più grandi di loro) di svariata natura, sta facendosi ogni giorno che passa più siderale.

La politica del nostro tempo vive esclusivamente di autoreferenzialità e ha ormai perso irrimediabilmente la capacità di rapportarsi con quella gente che a scadenze fisse è chiamata a delegare, gettando una scheda nell'urna, il proprio rappresentante. Un personaggio di "plastica" il politico, telegenico e dai modi accattivanti che si rapporterà con lei solo attraverso lo schermo TV, dove parlando a nome di tutti coloro che lo hanno votato (e perciò dello stato e della legalità) annuncerà immancabilmente decisioni deputate ad accrescere i problemi, le paure e le incertezze di cui sopra.

Quando la misura è colma, e negli ultimi mesi sta accadendo sempre più spesso, i cittadini scendono in strada, domandando un confronto e pretendendo delle risposte. Ma la classe politica non ha risposte e non possiede neppure l'umiltà necessaria per scendere dal suo mondo dorato ed entrare nel merito dei problemi delle "persone normali", problemi il più delle volte da lei stessa generati.

Ecco allora che l'unica risposta plausibile per chi vive fra auto blu, festini alla coca nei salotti che contano, rotocalchi televisivi, tangenti ormai legalizzate sotto forma di consulenze e panegirici autoreferenziali, consiste nel lasciare spazio allo strumento che più di ogni altro risulta in grado di essere convincente, senza oltretutto permettere alcuna replica. Il manganello....



Manganellate in Val di Susa, dove i cittadini che si oppongono ad un'opera devastante ed economicamente disatrosa non hanno mai visto gli uomini politici di riferimento "uscire" dalla TV per fornire spiegazioni ed intavolare un confronto, ma in compenso hanno sentito la gragnuola di manganellate sulle loro teste, finendo spesso e volentieri all'ospedale.

Manganellate a Terzigno, dove la popolazione destinata a venire avvelenata da una discarica abusiva sotto il controllo dello stato non hanno mai avuto l'onore di vedere scendere fra loro un qualche politico fra quelli che hanno deciso di annientare il loro futuro. Ma tutte le notti vedono scendere i manganelli, in un'escalation di violenza durante la quale la polizia ha ormai violato qualsiasi regola propria di uno stato civile.

Manganellate a Cagliari, dove i pastori ridotti sul lastrico, con le proprie case e le proprie aziende ormai all'asta, domandavano un confronto con la giunta regionale. Ed hanno ricevuto in cambio bastonate e lacrimogeni lanciati in maniera criminale ad altezza uomo. Con la risultante che Roberto Fresi, pastore di Sassari, oltre alla casa rischierà di perdere anche un occhio.

E ancora manganellate sugli operai che protestano per essere stati messi in mezzo ad una strada, manganellate sugli studenti che domandano perché sia negato loro un futuro. Manganellate sugli ambulanti che occupano la tangenziale chiedendo spiegazioni (e non ricevendole) in merito alla direttiva Bolkestein (firmata in segreto) che metterà a rischio il mestiere che offre loro da vivere.

Manganellate ai tassisti, agli allevatori, ai precari.

Manganellate a Chiaiano, ad Acerra, a Vicenza e in molte altre occasioni che sicuramente abbiamo dimenticato.

Manganellate non contro teppisti, violenti o facinorosi, ma contro semplici cittadini che legittimamente chiedono conto di decisioni che hanno rovinato e rovineranno loro la vita.

Manganellate ordinate da chi ha paura di uscire dalla TV, da chi rifugge ogni confronto, da chi ritiene che una volta blindata la rappresentanza in parlamento il manganello rappresenti l'unico strumento di confronto con il cittadino.

Resta solo da domandarsi se questa consorteria ormai imprigionata nei pixel del teleschermo, pensi veramente di delegare alle forze dell'ordine e al manganello, la ricomposizione di tutti i disastri che sta creando nel paese. Manganellare chiunque osi alzare la testa e far sentire le proprie ragioni, restando nascosti nelle stanze del potere, potrà anche essere una strategia che paga, ma sicuramente solo nel breve termine. Quando ad alzare la testa saranno in troppi ed i manganelli non basteranno più non resterà loro che uscire dalla TV, dove il mondo sta tornando in bianco e nero ed anche i vip delle politica riacquistano la natura di esseri umani. Che soffrono, piangono, lottano e sono tenuti a dare risposte.

Marco Cedolin

NOTIZIA DA VALUTARE

NON STO CONSIGLIANDO UNA CURA MA SOLAMENTE UNA POSSIBILE ALTERNATIVA,
LEGGETE BENE E VALUTATE LA SITUAZIONE, NON PRENDETELA PER ORO COLATO, MA APPROFONDITE LE INFORMAZIONI CHE SEGUONO
Cancro. E' possibile salvarsi?

Ci sono oggi al mondo più persone che vivono di cancro, di quante ne muoiano per il cancro.

Si può quindi immaginare quale tipo di interessi si vada a toccare, nel momento in cui si parli di una qualunque terapia alternativa che esca dal seminato, e possa fare a meno del classico  percorso chirurgia-chemioterapia-radioterapia che tiene in piedi un'industria mondiale di dimensioni colossali.

E che nel frattempo conduce alla morte la quasi totalità dei suoi pazienti.

Basta infatti una piccola indagine per rendersi conto dello scarsissimo "entusiasmo" con cui venga accolta dall'establishment medico ogni nuova proposta di cura alternativa. Invece di voler approfondire almeno quelle che sembrano più promettenti, ci si trova sistematicamente di fronte ad un muro di gomma, che rifiuta qualunque terapia che non sia "scientificamente dimostrata", dimenticandosi che il compito della sperimentazione starebbe proprio a coloro che rifiutano questa terapia. (E quando la sperimentazione venga imposta a furor di popolo - come nel caso Di Bella - essa viene condotta in maniera talmente distorta da denunciare chiaramente l'intento di invalidarne ogni eventuale potenzialità, invece di rimarcarla).

Mentre vengono impunemente vendute medicine "a rischio di morte" (per loro stessa ammissione, da bugiardino), si trovano ovunque dozzine di avvisi "premurosi" contro la presunta "tossicità" di certe erbe, o altri prodotti curativi, che sono invece notoriamente innocui.

Di fronte a questo totale ribaltamento dei valori, solo l'individuo che decida di prendere nelle proprie mani la sua salute - anche con il sostegno del medico di famiglia, se disponibile - ha una possibilità reale di sopravvivere a situazioni che la medicina ufficiale condanna a morte senza nessuna speranza.

Ma solo dopo aver tratto il massimo profitto dalle sofferenze dello "sfortunato" paziente.



ALCUNE TERAPIE ALTERNATIVE

Su questo sito abbiamo discusso nel tempo di molte terapie alternative, concentrandoci soprattutto sulla terapia con l'Essiac, la cartilagine di squalo, e il metodo Simoncini.

Con questa pagina vogliamo mettere a disposizione dei nuovi lettori tutto quanto trattato in passato, senza per questo invitare nessuno a seguire una specifica terapia piuttosto che un'altra. Quando si tratta di vita o di morte, ciascuno deve decidere in prima persona, dopo aver attentamente valutato le opzioni disponibili.

Con lo stesso criterio, non disponiamo di indicazioni o suggerimenti utili (dosaggi, luoghi di acquisto, ecc.) al di là delle poche note accluse a ciascuna terapia. Gli utenti sono quindi pregati di svolgere le ricerche in proprio, senza chiedere
indicazioni ulteriori di cui non disponiamo.

IMPORTANTE: CHI SCRIVE NON E' UN MEDICO. TUTTI I SUGGERIMENTI DATI IN QUESTA PAGINA SONO PURAMENTE INDICATIVI, E DERIVANO DALLA SEMPLICE ESPERIENZA PERSONALE. SI CONSIGLIA DI CONSULTARE ANCHE ALTRE FONTI, PRIMA DI PROCEDERE ALLA SCELTA E ALL'USO DI QUALUNQUE PRODOTTO.


ESSIAC

Essiac è un decotto di erbe (thè) utilizzato per oltre 50 anni da una nurse canadese, Renè Caisse, che è riuscita a guarire dal cancro migliaia di persone senza mai arrivare a capire il segreto della formula che aveva ricevuto da un anziano della locale tribù pellerossa. (Ai tempi della Caisse il sistema immunitario non era ancora stato scoperto).

La storia di Renè Caisse (Essiac è il suo cognome scritto al contrario) vale la pena di essere conosciuta anche da chi non abbia mai avuto a che fare con problemi di cancro, ed i motivi dovrebbero risultare subito chiari a chiunque volesse leggerla.

STORIA DI UN'INFERMIERA QUALUNQUE

Rene Caisse. Autobiografia e documentazione. (Il documento è quasi tutto in inglese, con alcuni inserti in italiano, e altri in spagnolo).

L'UOMO MALATO  Alcune riflessioni sull'argomento da parte di un medico ortodosso che sembra non aver dimenticato il Giuramento d'Ippocrate.

NOTE PER L'USO: Vi sono due società canadesi che si contendono l'"autenticità" della formula di Renè Caisse - la Essiac e la Essiac-Resperin - che rimane comunque identica per tutti. In ogni caso, è fortemente consigliato di acquistare SOLO prodotti che contengano erbe locali (canadesi), che conservano intatte le caratteristiche organiche, a differenza di quelle importate, che vengono invece "fumigate" all'ingresso nel continente nordamericano. Questo tipo di informazioni va ottenuto direttamente alla fonte da cui si desidera ordinare il prodotto.

Esistono tre versioni del prodotto: decotto (thè), pillole e tintura. Per quanto gli ultimi due siano molto più comodi da consumare, la laboriosa preparazione (circa 12 ore) imposta dal decotto suggerisce che sia questo il metodo migliore per usufruire al massimo delle qualità terapeutiche dell'Essiac.

Ovviamente, in rete troverete anche migliaia di pagine di tipo "scientifico" - come ad esempio questa - che vi dicono che "i ricercatori hanno concluso che Essiac non abbia alcun effetto anticancro". Q
uesti ricercatori purtroppo dimenticano di specificare che hanno sperimentato le 4 erbe separatamente, e non tutte insieme (oppure nascondono i reali termini della loro "sperimentrazione", oppure trascurano di dire che non hanno somministrato la bevanda secondo le istruzioni della Caisse... insomma, ogni volta che si va a fondo si scopre regolarmente la totale malafede di questi personaggi) .



CARTILAGINE DI SQUALO

La cartilagine di squalo è conosciuta come rimedio contro il cancro da circa 40 anni, quando il Dr. William Lane scrisse il libro intitolato "Sharks don't get cancer" ("Agli squali non viene il cancro"), che sottolineava le particolari qualità antiangiogeniche della cartilagine di squalo, che sembra "avviluppare" molti tumori in una specie di gelatina impenetrabile, fino a farli soffocare.

Mentre la medicina ufficiale rifiuta di riconoscere le qualità antitumorali della cartilagine, le industrie farmaceutiche fanno a gara, di nascosto, per brevettare un composto chimico basato sullo stesso principio, da rivendere poi a cifre ben diverse da quelle del prodotto naturale.

Cartilagine di squalo: le prove esistono

Lo scippo farmaceutico

Un cane felice, un veterinario confuso

CHI HA IL CANCRO NON PUO' ASPETTARE


NOTE PER L'USO: Esiste ormai un'infinità di marche che offrono la cartilagine di squalo, sia nei negozi specializzati che tramite internet.

L'unica differenza a cui bisogna prestare attenzione è quella fra la cartilagine "trattata a freddo" e quella che non lo è. La prima, essendo molto più costosa, è chiaramente indicata sulla confezione ("cold treatment", "cold processing", ecc.). Si sconsiglia quindi di acquistare prodotti che non portino quella dicitura, poichè le caratteristiche organiche della cartilagine - come per l'Essiac - vengono ridotte drasticamente dal trattamento a caldo.

Si consiglia di acquistare solamente cartilagine in polvere (contenuta dalle capsule autodissolventi), in unità da 750 mg., e non in compresse, che sembrano essere meno efficaci.

DOSI: L'esperienza suggerisce che un dosaggio "di impatto" per un adulto si aggiri sulle 12 capsule giornaliere, somministrate possibilmente a stomaco vuoto (con un sorso d'acqua), prima dei tre pasti (4+4+4).

Dopo una settimana si può ridurre la dose a 9 - 6 unità giornaliere.

Per un cane di medie dimensioni si può iniziare da 9 capsule giornaliere, da ridurre nel tempo, a seconda dei risultati. La cartilagine ha un sapore sgradito ai cani, che normalmente rifiutano la pillola "nuda e cruda". Nel caso, si suggerisce di aprire la capsula e di mescolare il contenuto in una minima porzione di cibo, oppure di nasconderla in una fettina di prosciutto.

In ogni caso non c'è rischio di eccedere: la cartilagine di squalo non ha controindicazioni, fatta eccezione per le femmine gravide e per chi abbia subito di recente un intervento chirurgico (in ambedue i casi la cartilagine impedirebbe la neovascolarizzazione, nel feto come nella zona operata).
 
La cartilagine risulta essere anche un ottimo antinfiammatorio generico, che permette di evitare il ricorso ad antibiotici, o ad altre medicine con effetti collatarali non desiderati.



METODO SIMONCINI

Il metodo Simoncini si distingue da tutti gli altri per il fatto che il suo propositore sostiene di aver individuato la causa del cancro. Tullio Simoncini agisce quindi all'interno di un preciso paradigma scientifico, che lo colloca - paradossalmente - nella medicina tradizionale, e non in quella cosiddetta "alternativa".

Non a caso Simoncini è stato radiato dall'Ordine dei Medici, e pesantemente perseguitato sia a livello mediatico che giuridico.

Non stupisce, a sua volta, che le discussioni sul sito siano state sempre molto aspre e combattute: si tratta semplicemente di gettare alle ortiche l'intera oncologia ufficiale, con i miliardi e miliardi di interessi che ne sono coinvolti, a favore di un prodotto che chiunque può procurarsi con poche lire, ed in certi casi persino amministrarsi da solo. E' molto più semplice mandare al rogo il suo sostenitore, a quel punto.

Cura il cancro per e-mail (testimonianza)

Metodo Simoncini e tumori della pelle  (testimonianza)

La “grande eresia” di Tullio Simoncini (spiegazione "pagana" della teoria)

Tullio Simoncini: Renaissance Man (testimonianze video e conferenza di Simoncini a Los Angeles - IMPORTANTE)

Segnaliamo anche lo "storico" forum che ci ha fatto conoscere Simoncini in primo luogo:

La cura per il cancro ....e se fosse vero?

NOTE PER L'USO: Tutte le indicazioni riguardo alle diverse tecniche di cura si trovano sul sito del Dott. Simoncini, unitamente alla serie completa delle testimonianze finora raccolte dai pazienti guariti con il suo metodo.

Chi volesse rivolgersi al Dott. Simoncini per una consulenza personale è pregato di contattarlo via email, accludendo una sintesi del caso, con allegati tutti i documenti disponibili (diagnosi, raggi X, RMI, Cat-Scan, altro...).

Il Dott. Simoncini riceve ormai centinaia di e-mail giornaliere, e non può garantire a tutti una risposta immediata.
 

Scritto da Massimo Mazzucco per luogocomune.net

su: WWW.LUOGOCOMUNE.COM potete trovare le testimonianze sopra derscritte

domenica 24 ottobre 2010

CONISDERATE LA VOSTRA SEMENZA........ FATTI NON FOSTE PER VIVER COME BRUTI , MA PER SEGUIR VIRTU' E CONOSCENZA



Noi genericamente definiamo "Bibbia" quel librone di oltre mille pagine che troviamo un pò dappertutto, in chiesa come a casa nostra come nei motel dei film americani. Ma quel libro in realtà contiene sia il "Vecchio" che il "Nuovo" Testamento, ovvero la Bibbia originale degli ebrei - detta Tanach, che risale al 600-1200 A.C - più i Vangeli cristiani "canonici", scritti invece dopo Cristo.

Il "cristianesimo" quindi è, in un certo senso, una "libera interpretazione" della Bibbia originale ebraica, rivista, tramite l'aggiunta dei Vangeli, alla luce della predicazione di Gesù. La differenza fondamentale fra le due religioni sta proprio nel fatto che l'ebraismo non riconosce nella fìgura di Gesù il "Messia" annunciato dalle profezie bibliche, mentre il cristianesimo sì.

In questa sede, comunque, per "Bibbia" intendiamo esclusivamente il testo sacro, o Tanach, composto dei 39 singoli libri originali (Isaia, Ezechiele, Genesi, Esodo...ecc.) del canone ebraico. (Lista che, per la precisione, differisce per alcuni libri da quella adottata dal nostro "Vecchio Testamento").

I PARTE - BREVE STORIA DELLA BIBBIA

ORIGINE E CONTENUTO

Va detto innanzitutto che la Bibbia non è affatto un testo unitario, ma piuttosto un intricato compendio di tradizione orale, di fonti storiche, di miti e leggende popolari, sia locali che importate, di scritti dei vari profeti, di leggi e regole per l'igiene e la nutrizione, di poesie, canti e proverbi di ogni tipo. In altre parole, una summa cumulativa di tutto il sapere contemporaneo di quella regione, che cominciò a prendere forma definitiva, e ad essere considerata "Legge di Dio", soltanto intorno all'ottavo secolo avanti Cristo. Più avanti parleremo dell'effettiva stesura dei testi, che iniziò in quel periodo, per mano di scribi che non erano in nessun modo gli autori del testo originale.

IL TESTO ORIGINALE

I testi biblici erano scritti - in ebraico antico ovviamente, eccetto per brevi segmenti in aramaico - su lunghi rotoli di pelle, o di pergamena. Ben lungi dall'essere leggibili a prima vista, però, questi rotoli apparivano al lettore come una sequenza interminabile di lettere, dalla prima all'ultima riga. (In realtà, come si vede dalla foto accanto, ogni tanto ci sono delle spaziature multiple, che indicano però delle pause "emotive", e non hanno nulla a che vedere con la composizione delle singola parole).

P r a t i c a m e n t e l a b i b b i a a p p a r i v a s c r i t t a c o s ì

Non sono indicate le parole vere e proprie, ma devi trovartele tu, separando i gruppi di lettere al punto giusto. E siccome in realtà gli ebrei non scrivevano nemmeno le vocali, l'equivalente per noi sarebbe stato questo:

P r t c m n t l b b b p p r v s c r t t c s

Moltiplicate questo rebus per circa 2 milioni e mezzo di lettere consecutive, ed avrete davanti la Bibbia originale.

INTERPRETABILITA'

Il problema dell'"interpretabilità" della Bibbia è quindi a strati multipli, poichè bisogna prima di tutto mettersi d'accordo su quello che c'è effettivamente scritto sopra. Soltanto dopo si potrà affrontare un'eventuale lettura allegorica, o simbolica, del testo, e casomai, in ultimo, quella ancor più complessa ed arcana detta esoterica, o "cabalistica".

In un testo cosi lungo si verificano, per pura legge statistica, migliaia di casi in cui certe lettere possono essere attribuite sia alla parola precedente che a quella seguente, dando comunque un senso compiuto. L'udito, oppure lu dito? (Per un sardo, il problema potrebbe anche porsi).

Vi sono poi altrettanti casi in cui la variazione delle semplici vocali può dare adito a letture completamente diverse. Una cosa è dire "ti amo tanto", ben altra è dire "tu mi tenti", anche se le consonanti - t m t n t - rimangono le stesse. (Per non parlare poi di "temo i tonti", o di "Tom è tinto").

Naturalmente, nel corso del tempo le varie generazioni di rabbini sono giunte ad un consenso di massima sul significato di ogni frase, che è rispecchiato dalla moderna versione ebraica della Bibbia. Già che c'erano hanno pensato bene di aggiungere anche le vocali, e di staccare le parole. Anche l'occhio vuole la sua parte.

AUTENTICITA'

Come facciamo noi a sapere che questa versione "ufficiale" corrisponde davvero all'antico originale? In fondo, abbiamo visto come i Vangeli canonici siano stati martoriati, nel corso dei primi secoli, da correzioni, tagli e interpolazioni di ogni genere, volute dai padri della chiesa per adattare il credo, originariamente nato in Palestina, al mondo e alla mentalità dei gentili.

Per quel che riguarda la Bibbia, diciamo innanzitutto che per "originale" si intende, in realtà, la versione redatta nel 539 a.C. dal profeta Ezra, sulla via del ritorno da Babilonia, andando completamente a memoria. I "veri" testi antichi, infatti, erano stati tutti distrutti nel rogo del Primo Tempio, dai soldati di Nabuccodonosor. Fortunatamente sono stati ritrovati, nell'ultimo dopoguerra, i cosiddetti Rotoli del Mar Morto, dei libri sacri che la comunità sacerdotale degli Esseni aveva nascoto nelle inaccessibili grotte di Qumran (v. foto), e che così sono sfuggiti anche alla distruzione del Secondo Tempio, ad opera dei Romani, nel 70 d.C.

Fra questi rotoli si è ritrovato un libro quasi completo di Isaia (foto sotto), che antedatava l'esodo di Babilonia, e che risultò essere identico, lettera per lettera, alla versione tramandataci a memoria da Ezra.

Questa fu messa definitivamente per iscritto nel secondo secolo a.C., nella versione cosiddetta "masoretica", della quale però nessun originale riuscì a superare intatto le intemperie della storia. Il più antico testo completo della Bibbia ebraica disponibile oggi è il Codex Leningradensis, che è una copia del masoretico che fu redatta "soltanto" nel 1008 dopo Cristo.

Nonostante questo, grazie ad una seri di complicatissimi riscontri incrociati fra tutti i reperti biblici ritrovati finora - dal completo Isaia di Qumran, al più microscopico frammento di testo sacro - è stato possibile affermare con relativa certezza che la Bibbia ebraica contemporanea, cioè la versione masoretica, corrisponda fedelmente al testo originale del tempo dei profeti.

Ma vediamo adesso che cosa dice questo testo originale, nella sua traduzione letterale.




II PARTE - IL CONFRONTO CON L'ORIGINALE 

IL PENTATEUCO

La tradizione vuole che i primi 5 libri della Bibbia, che noi chiamiamo Pentateuco, e gli ebrei Torah, siano stati scritti direttamente da Mosè, intorno al 1200 a.C.  Fra questi sicuramente il piu importante è il primo, che noi chiamiamo Genesi, e gli ebrei chiamano Behreshit ("l'inizio"). In esso si descrivono sia la cosmogenesi che l'antropogenesi, cioè la nascita del mondo materiale, e quella dell'Uomo e delle altre forme viventi.

LA GENESI

Se ora noi confrontassimo il testo originale della Behreshit con quello della nostra Genesi, rimarremmo probabilmente di stucco. Che dire, ad esempio, di fronte alla scoperta che il mondo non sarebbe stato creato affatto da "Dio" (singolare maschile), ma da una allegra combriccola di "Dei"? Il termine Elohim infatti, che nella nostra Genesi è tradotto con "Dio", in ebraico è solo plurale, ed è sia maschile che femminile. (Qualcuno ricorda la frase "infelice" di Papa Luciani, che prima di morire volle farci sapere a tutti i costi che "Dio è uomo, ma anche donna"?).

Oppure, cosa dire di fronte al fatto che non fu l'uomo ad essere fatto "a sua immagine e somiglianza", ma è l'umanità che fu fatta "ricalcando i loro contorni"? Cioè, proiettando dei loro "parametri" astratti, ideali, nel mondo concreto della materia. Una cosa è lo "stampino" della ceralacca - che fra l'altro ci ha condannato a visualizzare l'uomo barbuto che ci perseguita da millenni col bastone alzato - ben altra è pensare ad una "cristallizzazione" nel mondo denso della materia di un progetto ideale, tanto puro quanto assoluto. Nello stesso modo, in un certo senso, in cui un regista "sogna" il proprio film, e poi gli dà una forma concreta usando attori, pellicola e cineprese. (Curioso come gli Aborigeni d'Australia, il più antico popolo vivente sulla terra, chiamino la nostra dimensione terrena "dreamworld", il mondo dei sogni).

ELOHIM O JAVEH?

A chi si ritrovasse ora confuso sul "nome di Dio" originale, ricordiamo che è la Bibbia stessa a mescolare le carte, poichè a volte presenta il Creatore come Elohim, altre volte lo chiama Javeh, o Jehovah (Giavè, Geova), e più raramente Adonài (Signore, Padrone). Elohim però, come detto, è soltanto plurale, maschile e femminile insieme (significa letteralmente "coloro che sono in alto", "i signori di sopra"), mentre sia Javeh che Adonài sono al singolare maschile (in realtà Javeh è neutro, ma non pone comunque una questione di pluralità).

Ma perchè allora, viene da domandarsi, "Dio" nella nostra Bibbia è stato tradotto al singolare? Qui non sta certo a noi rispondere, e possiamo al massimo avanzare un'ipotesi: già ai tempi dell'ebraismo, una delle chiavi unificatrici, a livello popolare, fu proprio l'introduzione del monoteismo (quante volte insiste a ricordarcelo, lo Javeh della Bibbia, che "non avrai altro Dio all'infuori di me"?). Un' altra cosa che contribuì a rinforzare l'impatto della nuova religione fu l'abolizione dell'idolatria. Fu quindi chiaro alla classe sacerdotale, già da allora, che meno "dispersione" simbolica c'è, nella mente del credente, più facile è per lui recepire il messaggio complessivo di quella religione.

Non stupisce quindi che i rabbini non amino troppo sentirsi chiedere "che cosa significa esattamente Elohim?", poichè dovrebbero introdurre una dimensione spirituale molto più complessa e delicata di quella del semplice "Dio" Javeh. Figuriamoci quindi gli stessi padri della chiesa cristiana, che già avevano mille problemi a mettersi d'accordo sui Vangeli canonici, che voglia avevano di rispettare anche questa distinzione, quando traducendo (in greco) tutto con "Dio", almeno quel problema non si poneva nemmeno. Accadde così che a loro volta gli anglosassoni, che tradussero dal greco - in inglese, con Erasmo da Rotterdam, ed in tedesco, con Martin Lutero - la loro versione della Bibbia, si ritrovarono come noi con un semplice "God" al singolare.

Ma perchè esiste, da dove origina, e cosa significa questo doppio presenza di Elohim e Javeh nella Bibbia originale? Questa è una domanda che assilla gli studiosi sin dai tempi dell'università di Tubinga,  che agli inizi dell'800 dedicò un'intero ramo dei suoi studi all'esegesi biblica. Noi qui possiamo soltanto cercare di riassumere la tesi oggi generalmente più accettata, in cui tutto il materiale biblico sarebbe stato unificato, e messo per iscritto, da almeno quattro mani diverse, che sono riconoscibili dai diversi stili riscontrabili nell'arco della lettura. Questi stili però non si presentano in blocchi distinti e separati, ma si alternano ed accavallano in continuazione, a volte anche per pochi paragrafi, creando spesso una notevole confusione.

LE "CONTRADDIZIONI" NEL TESTO BIBLICO

Si potrebbero peraltro spiegare, in questo modo, certe contraddizioni plateali nel testo biblico, che dovrebbero saltare all'occhio anche del lettore meno attento. Nella Genesi, ad esempio, la stessa  creazione viene raccontata non una ma due volte, a distanza di pochissime pagine, e in ordine capovolto una rispetto all'altra.

Nella prima versione viene creato prima l'Uomo, e poi tutti gli altri animali. Nella seconda, che appare a prima vista una semplice ripetizione, pochi paragrafi più sotto, vengono invece creati prima gli animali, e poi l'Uomo. Parimenti, all'inizio Uomo e Donna vengono creati insieme, poco più avanti l'Uomo precede la Donna, che viene creata dopo di lui.

In realtà la lista di contraddizioni - che di certo sono tali, se si legge il testo in maniera letterale - è abbastanza lunga da impegnare in discussioni che non terminerebbero mai. A queste andrebbero poi aggiunte le varie "imprecisioni scientifiche", come l'età della Terra fissata in circa seimila anni, oppure il fatto che la Terra sia "immobile al centro dell'universo, ben piantata sul suo piedestallo", che fu argomento del contendere sin dal tempo di Galileo. Tutto cambia, ovviamente, se si affronta la Bibbia come un testo a diversi livelli di lettura, ma questo ci porterebbe su un territorio che non siamo assolutamente preparati ad affrontare, e che esula comunque dal nostro intento.

Diciamo soltanto una cosa sull'apparente incompatibiltà fra Elohim e monoteismo. E' evidente che la "versione originale", con gli Elohim, ci propone non una molteplicità dispersiva di divinità, tutte in competizione una con l'altra, ma piuttostio una precisa gerarchia, armonica e ordinata, in cui Javeh starebbe molto più in alto di loro stessi. Nelle religioni orientali si trova una corrispondenza molto precisa, ad esempio, nei Cohan del buddhismo tibetano, che sono detti anche "i creatori della materia". Essi stessi sottostanno, gerarchicamente parlando, all'Uno Assoluto, esattamente come le mille divinità del pantheon indù rispondono obbedienti all'Ordine Assoluto del Brahma, o Uno Cosmico Universale. Nel Corano invece sono gli Arcangeli, ereditati dalla Bibbia ebraica, ad occuparsi del mondo materiale, sotto lo sguardo attento di Allah, e la stessa Bibbia nostrana ci parla ripetutamente di Angeli e Arcangeli, confermando quindi l'esistenza di una gerarchia superiore, funzionale ed omogenea, ma tutt'altro che dispersiva in senso politeistico.

TANTO RUMORE PER NULLA

Un'altra realizzazione, che potrebbe congelare in un solo istante le più accanite discussioni fra "evoluzionistì" e "creazionisti" (fra atei e credenti, alla fin dei conti) è che in realtà essi si accapigliano per nulla, poichè la Bibbia è un testo provvisorio, che va comunque sostituito da un'altro, che ancora non conosciamo. Purtroppo noi non la leggiamo quasi mai con attenzione critica, attivamente, ma ce la beviamo passivamente, "così com'è", e accade spesso di non cogliere dettagli importanti come questo.

Chi non ha mai letto, almeno una volta, la discesa dal Monte di Mosè, dopo che ha ricevuto da Javeh le Tavole della Legge? Ebbene, quando Mosè si accorge che il suo popolo non ha saputo aspettare, e si è messo ad adorare il vitello d'oro, dalla rabbia spezza le tavole di una legge che non si meritano, e le scaglia sotto il monte. E in seguito darà loro delle leggi molto più infantili, semplici e grossolane, in attesa che il suo popolo maturi e sia pronto a ricevere quelle vere.

Il problema è che Mosè poi è morto, Javeh è bel pò che non si fa più sentire, e a noi sono rimaste sul gobbo delle leggi crude, violente ed obsolete, scritte 3000 anni fa per un branco di nomadi ignoranti e adulatori. Volendo obbedire letteralmente alla Bibbia, ad esempio, se per caso nostro fratello morisse dopo il matrimonio, e noi invece non fossimo sposati, ci toccherebbe sposare per forza la cognata rimasta vedova, e fare subito un figlio con lei - anche se ha i baffi lunghi un metro. E se non lo facessimo, lei avrà il diritto di sputarci in faccia, davanti a tutta la famiglia riunita. (Chissà perchè certi cristiani si ricordano di citare la Bibbia solo quando gli serve contro gli omosessuali, o per giustificare schiavitù e pena di morte, ma poi si dimenticano completamente di osservare i mille obblighi come questo?)

A questo punto sorge però un dubbio: non sarà che questo Javeh è sparito apposta, perchè si aspetta magari che ci accorgiamo da soli di tutte queste incongruenze ridicole? Perchè non smettiamo per un attimo di seguire pedantemente la Bibbia come "parola di Dio", e proviamo invece a considerarla, alla pari di molti altri suoi equivalenti sulla Terra, come un prezioso documento storico, il cui valore spirituale - indipendentemente da chi sia stato a scriverla - va ricercato in profondità, in maniera attiva, cosciente e selettiva, e non soltanto "letto" in superficie, in maniera meccanica e passiva?

(Fatti non foste… )

TG5 - Minatori cileni paragonati al Grande Fratello

Emilio Fede - Che figura di m....

SE I MINATORI CILENI FOSSERO STATI ITALIANI

cesara bonamiciSe i minatori cileni fossero stati italiani sarebbe andata diversamente.
"Circola in Rete: Se i 33 minatori fossero rimasti intrappolati in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così: 1° giorno: tutti uniti per salvare i minatori, diretta tv 24h, Bertolaso sul posto. 2° giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con Barbara Palombelli, Belen e Lele Mora. 3° giorno: prime... difficoltà, ricerca dei colpevoli e delle responsabilità: BERLUSCONI: colpa dei comunisti; DI PIETRO: colpa del conflitto d'interessi; BERSANI: ... ma cosa ... è successo? BOSSI: sono tutti terroni, lasciateli la'; CAPEZZONE: non è una tragedia è una grande opportunità ed è merito di questo governo e di questo premier; FINI: mio cognato non c'entra. 4° giorno: TOTTI: dedicherò un gol a tutti i minatori. 5° giorno IL PAPA: "faciamo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono vicini al tiavolo!!" 6° giorno: cala l'audience, una finestra in Chi l'ha visto e da Barbara D'urso che intervista i figli dei minatori: "dimmi, ti manca papà?'" dal 7° all 30esimo giorno falliscono tutti i tentativi di Bertolaso, che viene nominato così capo mondiale della protezione civile. Dopo un mese, i minatori escono per fatti loro dalla miniera, scavando con le mani. Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario. Ma è successo in Cile.... ci siamo salvati!". Luca E.

E LA CESARA BONAMICI LI PARAGONA HAI FANNULLONI DEL GRANDE FRATELLO
E BBRAVA  CESARA BELLA FIGURA DI MMERDA

sabato 23 ottobre 2010

Raiperunanotte - Daniele Luttazzi

FEDE: DOBBIAMO PER FORZA EVERNE???


L'insostenibile costo di Fede

Fede costa agli italiani 350.000 euro al giorno. Dal primo gennaio 2006, con effetto retroattivo. La Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia a una multa di circa 130 milioni di euro all'anno se Rete 4 non cederà a Europa 7 le frequenze che Testa d'Asfalto ha in concessione dallo Stato. Per l'Europa l'assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta la libera prestazione dei servizi e non ha criteri di selezione obiettivi.
La sentenza europea è la terza a favore di Europa 7 dopo quelle della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato. Testa d'Asfalto toglie l'ICI, ma introduce il canone Fede. Non ci sono conflitti di interessi? Perchè gli italiani devono pagare per guardare Fido Bau ogni sera? Se il concessionario pubblico di tre reti nazionali Testa d'Asfalto non sposterà Rete 4 sul satellite gli italiani alla fine del suo prossimo glorioso quinquennio pagheranno circa UN MILIARDO di euro di multa considerando gli arretrati.
Testa d'Asfalto è un genio, oltre alla concessione pubblica, la pubblicità a pagamento su tre reti avute in eredità da Craxi, avrà anche il finanziamento pubblico. Il ministero delle Comunicazioni non c'è più. In realtà non c'era neppure prima. Gentiloni che potrà dedicarsi di più al tennis con Ermete invece di passare lunghi week end ad Arcore.
L' Agcom con il supporto del PD e della Repubblica e della Finocchiaro e di Topo Gigio è impegnata a tempo pieno sul pericoloso Travaglio. Se pò fà. Con i nostri soldi se pò fà.
Per sapere quanto stiamo versando al Presidente del Consiglio per non applicare le sentenze su Rete 4 scaricate e diffondete il banner. E' bello contribuire al successo economico di Testa d'Asfalto con le nostre tasse.

venerdì 22 ottobre 2010

11 SETTEMBRE - UNO ZUNAMI DI MERDA -

IN GERMANIA SI INCRINA IL MURO DELL’OMERTÀ MEDIATICA SULL’11 SETTEMBRE
Postato il Lunedì, 18 ottobre @ 17:10:00 CDT di marcoc
11 Settembre 2001 [Focus-money1b] DI ROBERTO QUAGLIA
www.edicola.biz In occasione del nono anniversario dei tragici fatti dell’11 settembre, è apparso sulla stampa tedesca di serie A un articolo davvero rivoluzionario e significativo: “11 Settembre 2001, la sequenza dei fatti”. Lo ha pubblicato Focus-Money, una delle più importanti riviste tedesche di economia, a firma di Oliver Janich.
La cosa incredibile di questo articolo, è che per la prima volta sulla grande stampa occidentale, la sequenza degli eventi riportati è quella vera, senza gravi omissioni, ed essi sono stati scelti fra i più significativi, anziché come di solito, fra quelli più irrilevanti (quando non addirittura falsi). Un precedente in verità c’era stato, mesi prima, ma ad opera dello stesso giornalista sulla stessa rivista.
E’ risaputo che il giornalismo italiano è in genere di così bassa lega, che spesso gli articoli più belli e significativi che vi leggiamo sono stati in realtà comprati e tradotti da qualche fonte anglosassone. Ciò avviene sia sulla carta stampata, che in televisione.
I migliori documentari storici o sul mondo della natura che vediamo in tivù sono quasi sempre di matrice straniera, tradotti ed inglobati in contenitori pseudo-italiani dove il pseudo-giornalista italiano di turno si limita a quattro ciance superflue prima e dopo il documentario che non è farina del suo sacco, al solo scopo di giustificare il suo lauto ed immeritato stipendio. Del nulla assoluto che ormai riempie qualsiasi telegiornale, inutile parlare.
Ovviamente, nel caso del bell’articolo sull’11 settembre, la stampa italiana si è guardata bene dal farne menzione. Non parliamo neppure dell’opzione di tradurlo! Eppure, l’articolo in questione è davvero clamoroso. Ed ignorarlo non è un’opzione. E’ uscito a settembre, quindi la scusa delle vacanze non vale. Lo hanno visto, lo hanno letto, fanno finta di niente.
In precedenza, quando la grande stampa si occupava delle versioni “non allineate” dei fatti dell’11 settembre, ad un occhio attento traspariva chiaramente la volontà di disinformare, di confondere le acque nel merito, di annacquare le verità scomode. Questo lavoro si chiama “controllo del danno”. Si finge di informare, così da dare agli ignari l’impressione di avere appreso qualcosa in merito ai fatti, così che ogni eventuale interesse all’approfondimento si spenga.
Tutto un altro discorso nell’articolo su Focus-Money. Oliver Janic non ha trascurato nessuno dei fatti più rilevanti, né soprattutto ha cercato di confondere le acque con le solite ciance con cui gli pseudo-giornalisti subdolamente discreditano le notizie che a malavoglia sono costretti a dare. La sua esposizione dei fatti è intensa ed efficace, e nel suo lungo articolo essa tiene perfettamente il passo con lo stato dell’investigazione collettiva da parte dei ricercatori indipendenti su Internet.
Per esempio leggiamo:
Trovate tracce di esplosivi. Vi sono prove univoche a riguardo. Più di 1200 architetti ed ingegneri sotto la conduzione di Richard Gage fanno notare come un crollo simmetrico dei tre grattacieli WTC 1, 2 e 7 è stato possibile, nel rispetto delle leggi di Newton, solo se le strutture portanti sono state rimosse in modo mirato e contemporaneo, mediante esplosioni. A tale proposito, il professore di fisica Steven Jones ha trovato nella polvere del World Trade Center tracce di Nanotermite.” (…) A Giugno 2009 il rinomato Istituto Britannico di Nanotecnologia ha confermato i risultati delle analisi: Lo studio, dichiara l’Istituto, «fornisce la prova incontrovertibile (indisputable) che nella polvere di tutti e tre gli edifici che l’11 settembre 2001 sono crollati a New York è stato trovato un esplosivo ad alto livello tecnologico, dal nome di nanotermite. Questo esplosivo d’alta tecnologia può venire prodotto solo in laboratori militari specializzati.» Questo dato di fatto toglie sgonfia la tempesta di critiche di cui era oggetto Steven Jones, secondo le quali il professore avrebbe messo in gioco la propria fama fabbricandosi le prove da solo, pur di dimostrare la propria tesi della demolizione controllata.”
Con buona pace dei cretini (o delinquenti) che (anche in Italia) se ne erano usciti con l’affermazione che le fotografie delle particelle di termite erano in realtà immagini di pittura antiruggine. E degli stormi di allocchi che se la sono bevuta.
ed ancora:
 Il 10 settembre [Rumsfeld] dichiarò in una conferenza stampa, come riportato da CBS il 29 Gennaio 2002, che dal bilancio del Pentagono erano scomparsi nel nulla 2,3 miliardi di dollari. Il giorno dopo il mondo cambiò, e nessuno mai più chiese di rendere conto di questa incredibile somma. Secondo la “Pittsburg Post Gazette” del 20 dicembre 2001, 34 dei 65 impiegati dell’ufficio risorse dell’esercito morirono quel giorno al Pentagono. La maggior parte dei deceduti in quell’ufficio erano contabili privati, ragionieri ed analisti di budget.”
Non traduco di più, visto che tutte queste cose (e molte altre) ci sono anche nel mio libro sull’11 settembre e mi sento scemo a faticare adesso per tradurle dette da un altro.
Tuttavia scrivo questo pezzo poiché è importante sottolineare l’importanza di questa breccia nel muro di omertà con il quale la libera stampa dei paesi democratici si è in tutto e per tutto resa complice dell’insabbiamento dei fatti dell’11 settembre e di riflesso dei milioni di morti prodotti dalle guerre che ne sono seguite. Non importa che una percentuale in costante rialzo dei cittadini occidentali non creda più alle menzogne ufficiali. Analogamente a Hitler ed il suo entourage negli ultimi giorni dell’assedio di Berlino, i giornalisti asserragliati nel bunker mediatico vivono ormai in un mondo tutto loro. Persistono a vaneggiare di una realtà alla quale nel mondo esterno al bunker sempre più gente non crede più. Ma adesso che è iniziata la defezione di qualcuno di loro, come reagiranno? Prima o poi dovranno consultare degli psicologi che li aiuti a superare lo stress post-traumatico. Psicoanalisi obbligatoria per la classe dei giornalisti, dunque, purché non a carico della mutua!
Di colpo non sono più i cosiddetti “complottisti di internet” a raccontare la vera storia dell’11 settembre, ma la stampa ufficiale. Una parte, una piccola parte, della stampa ufficiale. Ma pur sempre stampa ufficiale, quella per intenderci che si fregia dei crismi della professionalità e della credibilità. Quella che si illudeva di poter stabilire indefinitamente gli standard della realtà condivisa.
I dileggiamenti e sorrisetti di compatimento, quando non espliciti insulti riservati a quelli di noi che già anni fa osarono rifiutarsi di credere alle assurdità della narrazione ufficiale, non colpiscono stavolta il coraggioso Oliver Janic. Gli pseudo-giornalisti stavolta ammutoliscono e come struzzi ficcano il capo più a fondo che mai nel terreno. Dov’è adesso quel loro umorismo insultante e triviale, con il quale sono soliti irridere i blogghisti che fanno il lavoro che sarebbe toccato a loro? Gli pseudo-giornalisti non parlano dell’articolo apparso su Focus-Money, non cercano di smontarlo, non tentano contro di esso i loro abili giochetti delle tre carte, nei quali la verità ti viene mostrata per un attimo al solo scopo di fartela subito dopo sparire alla vista per sempre. No. Il mondo del giornalismo tace intensamente di fronte a questa defezione che implicitamente è un’accusa per tutti loro.
Ma il silenzio non è più un’opzione. Ha funzionato benissimo, ad esempio, per tenere il mio libro nell’ombra – in parecchi anni non ho avuto neppure una recensione negativa, chi voleva affossarlo semplicemente lo ignorava del tutto. Ma adesso che la storia si è intrufolata nei media ufficiali, questi signori si ritrovano con un elefante incazzato nella cristalleria, e nascondere la testa sotto la sabbia non lo farà sparire.
A dire il vero ci fu un precedente, in Germania. Nel 2003, i giornalisti Gerhard Wisnewski e Willy Brunner realizzarono per la rete pubblica tedesca WDR una seria inchiesta giornalistica sui misteri dell’aereo che l’11 settembre 2001 si schiantò in Pennsylvania, inchiesta che andò in onda e riscosse parecchio successo presso il pubblico. Tuttavia, da lì a poco la rivista Der Spiegel pubblicò una spietata requisitoria contro i “visionari” che vedono cospirazioni nei fatti dell’11 settembre. L’articolo si intitolava ”Panoptikum des Absurdum“, e delle esemplari tecniche di manipolazione utilizzate in questo articolo mi dilungo in dettaglio nel mio libro Il Mito dell’11 settembre. Come conseguenza, Wisnewski e Brunner furono “epurati” e non fu più loro consentito di lavorare per la televisione tedesca. Secondo Wisnewski, il suo documentario è stato addirittura eliminato dagli archivi della WDR. Tutto questo, nel 2003.
Oggi, nel 2010, dopo l’articolo su Focus-Money, Der Spiegel – così come tutte le altre Zeitungen, i giornali tedeschi - tace. O piuttosto, riecheggia a gran voce il monito di Londra e Washington secondo il quale sarebbe di colpo cresciuto soprattutto in Germania il pericolo di attacchi terroristici. Tutto ciò non è scevro di una certa logica, il cui filo lascio indovinare ai miei lettori.
La verità nuda e cruda pubblicata su un’importante rivista economica tedesca spazza via ogni alibi residuo per gli pseudo-giornalisti, che un domani non potranno un giorno rifugiarsi dietro alla solita scusa “ma noi non sapevamo”. I fatti nudi e crudi sono sempre di più sotto gli occhi di tutti. Il presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejad ha ufficialmente chiesto in sede ONU l’istituzione di una inchiesta internazionale sui fatti dell’11 settembre, dicendo che nella stessa America due terzi della popolazione non crede più alla versione governativa, e che molta gente si è convinta che ad organizzare gli attentati siano stati gli americani stessi. Due terzi della popolazione americana mi sembra effettivamente una stima azzardata, ma a New York probabilmente siamo già a più della metà. Sapendo che effettivamente sempre più gente si sta convincendo che l’11 settembre fu un’operazione made in USA, l’abbandono della sala da parte della delegazione americana non è esattamente la cosa più opportuna da fare per convincere i dubbiosi della propria innocenza a riguardo. Se sai di essere innocente rispetto ad una accusa che sempre più gente ti rivolge, non scappi – chiaro sintomo di coda di paglia. Rispondi invece per le rime e smentisci con argomenti solidi alla mano chi ti ha accusato. Soprattutto quando ciò si verifica all’ONU, sede creata al precipuo scopo di permettere alle nazioni di discutere ed ascoltarsi. Quando si inizia a non essere in grado di fare l’uno e l’altro, il problema è evidentemente serio.
Un efficace video in inglese che mette a confronto le parole all’ONU di Ahmadinejad con la infelice replica di Obama
In conclusione, il bell’articolo di Oliver Janic su Focus Money è una vistosa crepa nella diga che tuttora tiene separati i due mondi – quello di chi ha capito, e quello di ancora si fida dei giornali “autorevoli”. Qualcosa mi dice che il giorno in cui la diga fatalmente cederà – perché un giorno essa verrà giù, piaccia o non piaccia, e non possono esserci dubbi a riguardo – il nostro mondo si ritroverà sommerso da un autentico tsunami. Di purissima merda.
Roberto Quaglia
www.roberto.info

Un articolo precedente di Focus Money, risalente a Gennaio 2010, nel quale per la prima  volta si affrontava in modo critico l’argomento 11 settembre.
Il titolo è “NON VI CREDIAMO”. 
Nalla galleria di personaggi raffigurati, spicca anche la foto di Francesco Cossiga, che come è noto dichiarò anni fa al Corriere della Sera che l’11 settembre era stato un inside job. Chissà perché, nessun giornalista italiano volle riprendere o approfondire questa clamorosa notizia.

giovedì 21 ottobre 2010

L'ITALIA E' UN PAESE DI.............

All’estero ci hanno già più volte qualificato come un paese di vecchi pervertiti. Difficile smentirli se, come capita un po’ per tutte le nazioni ci giudicano per l’immagine che esportiamo attraverso i nostri media …


FACEBOOK=CIA????

di Ernesto Carmona

I media celebrano Mark Zuckerberg come il giovane prodigio che a soli 23 anni è diventato miliardario grazie al successo di Facebook, ma non prestano attenzione agli "investimenti di capitale a rischio" per più di 40 milioni di dollari effettuati dalla CIA per sviluppare la rete sociale.

Nel 2008, quando la frenesia speculativa di Wall Street ha portato gli incauti a ritenere che il valore di Facebook fosse pari a 15 miliardi di dollari, Zuckerberg si trasformò nel più giovane miliardario "che si è fatto da solo" nella storia della classifica della rivista Forbes, con 1.500 milioni di dollari. Fino a quel momento, il capitale a rischio investito dalla CIA sembrava aver ottenuto un buon rendimento, ma il "valore" di Facebook nel 2009 si è attestato al suo livello reale facendo scomparire Zuckerberg dalla lista di Forbes.

La bolla Facebook è stata gonfiata quando William Gates, proprietario di Microsoft, nell'ottobre 2007 ha acquisito una partecipazione del 1,6% per la cifra di 240 milioni di dollari. Ciò ha portato ritenere che se l'1% di Facebook costava 150 milioni di dollari, allora il valore del 100% sarebbe stato pari a 15 miliardi di dollari, ma l’inganno finì per sgonfiarsi. La questione fondamentale è che Facebook esiste grazie ad un investimento di capitali a rischio da parte della CIA.

Nel 2009, i media non hanno lesinato nella "propaganda informativa" la celebrazione del culto di Zuckerberg come paradigma del giovane imprenditore vincente, ma la reiterata diffusione di questa "notizia" non ha sortito l'effetto di far sì che la rivista "Forbes" lo mantenesse nella versione 2009 della sua classifica (1). Il giovane prodigio era scomparso dalla lista, nonostante l'intensa campagna della CNN e dei principali media mondiali che riflettono gli interessi di Wall Street. "Forbes" è come l'Oscar delle grandi imprese e gonfia o sgonfia il valore delle azioni.

Secondo un'inchiesta del giornalista britannico Tom Hodgkinson pubblicata nel 2008 dal The Guardian (2) e commentata da alcuni media indipendenti di lingua inglese, ma senza alcuna ripercussione sulla grande stampa, la CIA ha investito su Facebook molto prima che diventasse uno dei più popolari social network di Internet.
La propaganda aziendale ha fatto sì che il portale diventasse un sinonimo di successo sociale, popolarità e di buoni affari. Facebook è presentato come un innocuo sito web di reti sociali che facilita i rapporti interpersonali.

La sua popolarità fa leva sul fatto che i suoi circa 70 milioni di utenti aumenteranno a 200 milioni in tutto il mondo in un paio di anni, basandosi sulla migliore performance settimanale in cui ha acquisito fino a due milioni di nuovi utenti. Tuttavia, Facebook non convince tutti.

Critici e detrattori

"Chi non è su Facebook non sta da nessuna parte o è antisistema", dicono alcuni. È come avere una nuova immagine ma senza contenuto, per darsi importanza nel megacentro commerciale in cui si è trasformato Internet, in sostituzione delle vecchie piazze, dicono altri. La maggior parte dice che è uno strumento pragmatico per rincontrare i vecchi compagni d'infanzia e della giovinezza persi nei passaggi della vita. I suoi fautori di sinistra lo ritengono utile per promuovere la lotta contro la globalizzazione ed il coordinamento delle attività, come per le campagne contro le riunioni del G8.

Il giornalista spagnolo Pascual Serrano ha descritto come è stato utilizzato dal governo della Colombia per coordinare la giornata internazionale contro le FARC che nel 2008 ha segnato l'inizio dell’offensiva propagandistica contro la guerriglia e che continua tuttora. Ed è palese che Facebook sia stato strumentalizzato dalla CIA. Per Walter Goobar, di MiradasAlSur.com, "è in realtà un esperimento di manipolazione globale: [...] è un sofisticato strumento di finanziamento da parte della Central Intelligence Agency, CIA, utilizzato non solo per il reclutamento di agenti e la raccolta di informazioni su tutto il pianeta, ma anche per le operazioni sotto copertura".

A grandi linee Facebook è uno strumento di comunicazione che permette di contattare e archiviare indirizzi e altre informazioni di amici e familiari. Si tratta di una miniera di informazioni sulle amicizie dei suoi utenti, per enti come il Dipartimento per la Sicurezza degli Stati Uniti, e in generale per gli organismi dell'intelligence, dall'era Bush impegnati con pari entusiasmo nei confronti del "nemico" esterno ed interno.

Milioni di utenti offrono informazioni sulla loro identità, fotografie e liste dei loro articoli di consumo preferiti. Un messaggio da un amico li invita a registrarsi e a partecipare a Facebook. I dati personali, che di solito sono catturati da tutti i tipi di truffatori e clonatori di carte di credito, finiscono anche nel disco rigido dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Il sistema Beacon di Facebook compie un monitoraggio degli utenti e degli associati, compresi quelli che non sono mai stati registrati o che si disabilitano. Facebook è più pratico e veloce di InfraGard (2), ovvero le 23.000 microcomunità o "cellule" di piccoli commercianti-informatori, predisposto dal FBI per conoscere il profilo psico-politico della loro clientela.

Dal dicembre 2006, la CIA utilizza Facebook per reclutare nuovi agenti. Gli altri organismi pubblici per il reclutamento e l'assunzione sono tenuti a sottostare ai regolamenti federali, ma la CIA ha acquisito una libertà senza freni sotto l'amministrazione Bush, anche di torturare senza salvare le apparenze. "Non è necessario alcun permesso per inserirci nella rete sociale", ha detto la CIA.

Capitale a rischio CIA

Un allarme fondato sulla proprietà CIA di Facebook è stato lanciato dal giornalista britannico Tom Hodgkinson, e documentato in questo articolo “With friends like these ...” (Con amici come questi ...) pubblicato sul The Guardian del 14 gennaio 2008 (3). Egli dichiara che, dopo l'11 settembre 2001, è raddoppiato l'entusiasmo per l'alta tecnologia che aveva già catturato la comunità dell’intelligence statunitense quando due anni prima aveva creato il fondo di capitali "In-Q-Tel", per le opportunità di investimenti a rischio nelle alte tecnologie.

Per il giornalista Hodgkinson, i legami di Facebook con la CIA passano attraverso Jim Breyer, uno dei tre principali partner che ha investito nella rete sociale 12,7 milioni di dollari nell’aprile 2005, socio nel fondo di capitali Accel Partners, membro direttivo di giganti come Wal-Mart e Marvel Entertainment ed ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA), che si caratterizza nell’investimento sui giovani talenti.

"L'ultimo round di finanziamento per Facebook è stato condotto da una società finanziaria denominata Greylock Venture Capital, che ha immesso 27,5 milioni di dollari", ha scritto Hodgkinson. "Uno dei principali partner della Greylock si chiama Howard Cox, altro ex presidente della NVCA ed anche lui nel consiglio di amministrazione di In-Q-Tel".

"Che cosa è In-Q-Tel?" si chiede Hodgkinson, "Bene, che ci crediate o meno (e verificatelo sul loro sito web) è un fondo di capitali a rischio della CIA". Creato nel 1999, la sua missione è di "identificare e associarsi alle aziende che stanno sviluppando nuove tecnologie per contribuire a fornire soluzioni alla Central Intelligence Agency".

Il sito web di In-Q-Tel (4) raccomandato da Hodgkinson è molto esplicito: "Nel 1998, il direttore della Central Intelligence (DCI) ha individuato la tecnologia come una delle massime priorità strategiche, direttamente collegata al futuro progresso tecnico dell’agenzia, per migliorare le missioni di raccolta e analisi. La direzione del Dipartimento di Scienza e Tecnologia ha ideato un radicale progetto per la creazione di una nuova società che consentirebbe all’agenzia di migliorare l'accesso all'innovazione nel settore privato". Cristallino come l’acqua, ha dichiarato Hodgkinson.

OGM SULLE TAVOLE DI TUTTI GLI ITALIANI

Confermata La Pericolosità Dei Cibi Geneticamente Modificati

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Photo credit: John Peke
La presenza di prove scientifiche è una ragione a malapena sufficiente per pensare che i mass media possano prestare la loro attenzione alle vicende davvero da brivido che riguardano i cibi geneticamente modificati. Come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, la contaminazione della catena alimentare derivante dalla modificazione genetica dei raccolti e il trattamento con agenti chimici hanno effetti devastanti, e il risultato dei danni fatti è ancora ignoto.
Mentre la World Trade Organization era impegnata ad intentare causa contro l’Unione Europea affinchè rimuovesse il divieto di importazione di cibi geneticamente modificati, gli scienziati erano impegnati a raccogliere grandi quantità di dati inconfutabili sui danni alla salute provocati dalla modifica dei raccolti.
Project Censored ci parla delle ricerce indipendenti più recenti a proposito dell’impatto dei cibi geneticamente modificati:
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  • Una ricerca condotta dalla Russian Academy of Sciences pubblicata nel Dicembre 2005 ha scoperto come metà della prole di topi nutriti con soia geneticamente modificata muoia nel giro delle prime tre settimane di vita, sei volte di più rispetto ai topini nati da madri alimentate con soia non modificata. Altrettante volte la prole nutrita con soia geneticamente modificata appariva molto sottopeso.
  • Nel Novembre 2005, un istituto di ricerca privato australiano, il CSIRO Plant Industry, ha fermato lo sviluppo di una coltura di piselli geneticamente modificati quando ha scoperto come causasse una risposta immunitaria nei topi da laboratorio.
  • Nell’estate del 2005, un team di ricercatori italiani dell’Università di Urbino, guidati da un biologo cellulare, hanno pubblicato uno studio che conferma come nei topi l’assunzione di soia geneticamente modificata causi lo sviluppo di cellule del fegato deformi, oltre ad altre anomalie citologiche.
  • Nel Maggio del 2005 l’analisi strettamente confidenziale e controversa di Monsanto sui risultati di test effettuati su raccolti modificati con il Monsanto MON863 è stata pubblicata dal giornale britannico The Independent.
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Nonostante questi fatti, l’America continua a spingere i cibi OGM e cosa ancora peggiore continua ad esportarli nei paesi in via di sviluppo, anche se questi per fortuna iniziano a restituirli al mittente; fa rabbrividire il comportamento dei mass media che rivolgono maggiore attenzione alle buffonate di Anna Nicole Smith.
Nel seguente cortometraggio, Contaminated - The New Science of Food, al quale abbiamo già dedicato un intero articolo, la portata del tema relativo ai cibi OGM viene alla luce, assieme alle motivazioni per le quali tale problema persiste. Miliardi di dollari continuano ad essere investiti nell’uso persistente di metodi di coltivazione che sono al meglio dannosi per la nostra salute, e alla peggio i semi di carestie future è chissà cos’altro.